IL DIVO, PROTAGONISTA DI BLACK & WHITE, PIACE ANCORA A MAMME…E FIGLIE
Bello è bello. Anche con questo taglio di capelli un po’ azzardato, cortissimo, con una specie di scalino dietro, tipo teenager. Ma quello che colpisce di Kevin Costner è altro: quanto sia connesso alla vita, quella vera. Padre di sette figli, 59 anni portati con atletica disinvoltura, il premio Oscar per Balla coi Lupi affascina per quello che racconta di se stesso. Arriva in ritardo di 10 minuti e prima di sedersi chiede scusa a tutti. Disponibile, rilassato, sorridente, dopo molte ore di volo, non passa nemmeno dal suo hotel e si concede alla stampa con estrema disponibilità e naturalezza.
A Roma per presentare il film Black and White (di Mike Binder), da lui coprodotto. Una storia familiare in cui si insinua il razzismo. “è un tema assai scottante, le persone quando si tratta di razzismo, tendono ad infervorarsi, sia in positivo che in negativo. Negli Stati Uniti abbiamo pagato caro gli enormi errori che abbiamo fatto in passato, ma io ho preferito raccontare quello che succede adesso, non qualcosa che riguarda il passato. Quando ho letto questo copione mi sono detto che mi avrebbe cambiato come persona, che non sarei stato più lo stesso, e spero che lo stesso accada a chi vedrà il film”.
Ciò che colpisce però non è tanto il suo innegabile impegno anche civile, quanto il suo lato intimo di uomo e di padre che mette in gioco. “Voi, e generalmente la maggior parte delle persone, considerano il mio lato pubblico, la mia vita di attore, musicista, produttore. Il mio essere famoso. Cosa da cui traggo anche molti benefici, perchè quasi ovunque tutti mi trattano più che bene, sono molto fortunato. Ma quello che chiaramente non si vede è il mio essere ‘normale’, padre, marito, amico. Ho la fortuna di fare un lavoro che quando sono a casa mi permette di esserci sempre. Per cui accompagno i miei figli a scuola, vado a riprenderli. Sto con loro, con mia moglie, con gli amici. Questo mi rende immensamente felice. Essere qui ora con voi è la parte ‘inusuale’ della mia vita, quando passeggerò per Roma con mia figlia Lily che è una donna di 28 anni…questa è la mia vita normale”.
L’attore sparisce, e resta di fronte a noi un uomo così consapevole, profondo, che capisci perché, dopo tanti anni, sia ancora così presente, e quella pubblicità, si, gliela perdoni. Perché Costner ti racconta che arriva da una famiglia umile, e quando ha deciso che avrebbe fatto l’attore suo padre non era poi così contento, non per la scelta, ma perché non sapeva come avrebbe potuto aiutarlo a realizzare questo sogno. “perché se una cosa so da padre, è che tutti i padri hanno una cosa in comune, voler aiutare i propri ragazzi ad essere felici e realizzarsi”.
Dice che la vita gli ha dato molto di più di cosa si aspettasse, che per lui ogni premio, riconoscimento, piccolo successo, ha un valore enorme perché lo può condividere. Grandi e piccoli film: “mi sono sempre sentito libero di fare i film che davvero sentivo di fare”, e, aggiunge “non è detto che con piccoli film non si possano fare tanti soldi!”.
Questo ci piace: un artista che sceglie in base a ciò che sente, senza preoccuparsi troppo di essere anche criticato. Non sceglie il genere, il business, ma cosa lo fa crescere come persona. E se qualcuno gli chiede quanto la bellezza abbia influito sulla sua carriera, semplicemente risponde: “se sei alto più o meno un metro e novanta e piuttosto belloccio, i più sono portati a pensare che non puoi avere anche un gran cervello….ma io mi sto impegnando da molto tempo, per migliorare il mio cervello…”.
Anche autoironico. Con uno così, bravo come attore, regista e produttore, a cena basterebbe anche tonno in scatola.