LA DOPPIATRICE EMANUELA PACOTTO ASSALITA DAL MONDO DEGLI ANIME E DEI MANGA
Che ormai il mondo “nerd”sia dominante nello spettacolo dell’audiovisivo mondiale, ce lo confermano i successi commerciali di serie tv come The Big Bang Theory e, ovviamente, dei cinecomics Marvel (senza contare la totale distruzione di ogni record che sta registrando il nuovo episodio di Star Wars). In Italia, però, certe barriere culturali sono ancora difficili da superare, per quanto si stia comunque registrano una certa inversione di tendenza, come il prossimo arrivo di uno dei film più osannati dalla critica alla Festa del Cinema di Roma, ovvero Lo chiamavano Jeeg Robot. La pellicola di Gabriele Mainetti, pubblicizzata come “il primo cinecomic italiano”, per l’appunto, è il più alto esempio recente di come nel nostro paese (con molta calma), si stia provando a proporre qualcosa di nuovo, perlomeno in produzioni “maggiori”. Il web, infatti, non è affatto scevro dal fascino “geek”, essendo stato, d’altronde. rifugio per gli outsiders di tutto il mondo, ben prima del loro “sdoganamento”. Ed è infatti dalla rete, e dalla schiera di questa specifica cerchia di appassionati, che nasce il progetto Censors, web “movie”, di quindici minuti circa, realizzato dal regista Max Coltorti.
Se Jeeg Robot, come detto, possiede la palma di primo “cinecomic” nostrano, Censors intende fregiarsi di quella di primo “anime live action” nazionale. La cultura dell’animazione giapponese, con una predilezione per quelli datati anni ’80, è infatti al centro dell’opera. La protagonista, celebre doppiatrice di tante protagoniste femminili dei suddetti anime, Emanuela Pacotto, interpreta se stessa (o meglio, un proprio alter ego), che scopre l’esistenza di un misterioso clan che ha il compito di imporre all’umanità “ciò che che si può e ciò che non si può…”, ovviamente corrispondente al nome di “Censori“. In perenne equilibrio tra realtà e finzione, le avventure dell’eroina si svilupperanno così tra scontri epici in stile manga e una quantità inesauribile di citazioni “orientaleggianti”.
La partecipazione di Emanuela Pacotto, voce storica, come detto, di tanti personaggi legati all’infanzia di tutti gli appassionati del genere (dalla Bulma di Dragonball alla Sakura di Naruto), e per questo immediatamente riconoscibile ai più, è stata fondamentale fin dall’avvio del progetto. In un intervista, il regista Max Coltorti racconta che l’idea di realizzare il progetto sia partita proprio da una personale iniziativa della doppiatrice: l’annuncio (cliccatissimo) sulla piattaforma di Youtube dell’arrivo in Italia di nuove puntate di One Piece (dove presta la voce al personaggio di Nami), in seguito al quale, insieme a lei, ha ordito uno “scherzo” tramite Facebook, in cui si comunicava agli utenti la scomparsa della stessa attrice. Da lì l’approdo di Censors sul web si è fatto subito virale, tanto da essere presentato in anteprima mondiale al Lucca Comics & Games, ovvero la più importante convention di fumetti del nostro paese.
Censors è perciò in primis un’opera d’amore nei confronti dell’animazione orientale, ma è anche, e soprattutto, un’esperimento meta-narrativo, dove il coinvolgimento del cosiddetto fandom è cruciale fin dalla sua stessa messa in scena. L’idea, infatti, è quella di metterne in piedi una trilogia, possibile, però, solo se l’apporto degli appassionati sarà adeguato e quindi abbastanza ricco. D’altronde, oltre alla produzione del paese del Sol Levante, il web movie, come indica la parola stessa, strizza l’occhio, con una spiccata dose d’ironia, alla generazione di “bloggers” e di tutti i consumatori quotidiani di “selfie”. Internet gioca così un ruolo di rilievo non solo per la distribuzione del prodotto, ma specialmente per il suo proseguo. Fruitori degli anime di tutto il mondo, quindi, adesso sta a voi!