Si è tenuta a Parigi la conferenza stampa di presentazione della 61ma edizione del Festival del cinema di Cannes che dal 14 al 25 maggio monopolizzerà tutta l’attenzione del mondo della celluloide e non solo. Gilles Jacob e Thierry Frémaux, patron e direttore della mostra hanno illustrato ai giornalisti presenti l’elenco delle pellicole che gareggeranno per accaparrarsi l’ambita palma d’oro. La manifestazione torna a parlare italiano, dopo il digiuno forzato e non privo di polemiche della scorsa edizione e presenterà in concorso ben 3 pellicole di registri nostrani. Due di queste gareggeranno nella sezione ufficiale: si tratta di Gomorra di Matteo Garrone, tratto del best-seller sulla mafia di Roberto Saviano, e de Il Divo di Paolo Sorrentino.
Il primo film porta sul grande schermo una raccolta di crude storie di malvivenza del quadrilatero della criminalità partenopea. Il libro che è stato un’opera di impegno civile senza precedenti in Italia e che ha fatto tornare alla cronaca la necessità di una dura lotta contro tutte le mafie, godrà molto probabilmente anche al cinema di nuovi consensi, premi e soddisfazioni. Protagonista del film nei panni di un boss mafioso il grande attore napoletano Toni Servillo. Un vero e proprio momento d’oro per l’attore fresco vincitore del David di Donatello per la sua interpretazione ne La ragazza del lago. Servillo è infatti protagonista anche del film di Sorrentino sulla complessa e controversa figura del senatore Giulio Andreotti. Sorrentino, che già aveva avuto modo di dirigere Servillo in Le conseguenze dell’amore e L’uomo in più, non ha avuto dubbi sulla scelta dell’attore cui affidare il racconto di un uomo politico che da decenni incarna l’Italia e le sue contraddizioni. Terzo ed ultimo film in gara è Il resto della notte di Francesco Munzi che concorrerà nella Quinzaine. Ma la forte tinta azzurra che ha colorito il festival di quest’anno non si limita a questi tre titoli. Nella sezione fuori concorso sarà proiettato l’ultima fatica di Marco Tullio Giordana Sangue pazzo, che vede come coppia protagonista il duo Zingaretti-Bellucci nella parabola artistica e umana di Luisa Ferida e Osvaldo Valenti: la celebre coppia di attori del cinema fascista, amanti nella vita, che furono vittime della cosiddetta “giustizia popolare”, uccisi in piazza a Milano per i loro ideali con l’effimera accusa di aver torturato dei partigiani. E poi nel concorso principale ci sarà una pellicola co-prodotta dall’Italia: Palermo Shooting di Wim Wenders. Il regista, già autore in passato di successi internazionali dedicati a singole città quali Il cielo sopra Berlino e Lisbon story ha deciso di raccontare la difficile e affascinante città di Palermo, definita dal regista stesso “una città complessa e conflittuale, bellissima ma al tempo stesso piena di ferite. Cicatrici che Palermo mostra con onestà”. Una film che viene indicato da molti giornalisti nella rosa dei possibili vincenti insieme con Gomorra, Changeling il nuovo lavoro di Clint Eastwood con protagonista una impegnata Jolie e il film fiume dalla durata di quattro ore di Soderbergh interamente dedicato alla figura del Che. Ma non è tutto. Sergio Castellitto, uno degli attori più talentuosi ed eclettici che il cinema italiano ha saputo proporre al grande pubblico anche al di là dei confini nazionali, affiancherà al tavolo della giuria il Presidente designato Sean Penn. Gli ingredienti perché il cinema italiano possa ottenere consensi e magari anche qualche riconoscimento importante,che manca ormai da troppo tempo, ci sono tutti. Il cammino per ritornare agli anni d’oro del passato è ancora lungo e tortuoso, ma cominciare vincendo la palma d’oro lo renderebbe sicuramente meno difficoltoso.