A cinque anni di distanza dalla saga multimilionaria di Matrix, che aveva riscritto i canoni del cinema digitale e della computer grafica, i fratelli Wachowsky ci riprovano con Speed Racer, trasposizione cinematografica di un celebre cartoon giapponese degli anni ’60 noto in Italia con il nome di “Go Go Mach 5”. Speed è il prototipo dello Schumacher del futuro, un giovane Einstein delle quattro ruote che cerca di ripercorrere il sogno infranto del fratello, scomparso tragicamente durante una gara automobilistica, diventando il pilota numero uno della World Racer League.
I sogni di gloria si infrangeranno però di fronte ad un mondo delle corse corrotto, dominato dallo strapotere degli sponsor e dalle bramosie di denaro delle case automobilistiche; dove rifiutare di piegarsi a logiche di complotto e di compromesso vuol dire esser tagliati fuori dalla competizione ancor prima di salire in macchina. Sarà il giovane Speed, aiutato da un misterioso pilota che risponde al nome di RacerX, a ribaltare quest’ordine perverso e dimostrare che con il talento si può vincere anche se si è al volante della Mach 5 prodotta dall’officina di famiglia. La sfida del duo dietro la macchina da presa era di riuscire a sviluppare un film che rimanesse fedele all’estetica e allo spirito del cartone penetrando nel mondo del colore e dello sfavillante impatto visivo ponendo un accento avveniristico alla narrazione delle corse e dei duelli in pista dei potenti bolidi. Il montaggio riesce in pieno a ricalcare lo stile narrativo degli “anime” di origine asiatica miscelando tra loro azione e dialoghi e creando quell’effetto di attesa e stasi che aveva visto il suo apice in un’altra saga sportiva, quelle dei campioni di calcio Holly e Benji. Il budget di 120 milioni di dollari ha reso possibile studiare nuove applicazioni sceniche delle moderne tecnologie tanto care ai Wachowsky. Le scenografie del film sono in pratica inesistenti.
Quasi tutte le scene sono state girate dagli attori di fronte al GreenScreen e grazie a una nuova tecnica, ribattezzata “bubble photography”, gli sfondi non sono più ricreati interamente al computer, ma il risultato di rielaborazioni digitali e fumettistiche di luoghi reali realmente filmati. Il protagonista Emile Hirsch ha dichiarato di non aver mai messo piede in una vera pista asfaltata. Tutte le sequenze mozzafiato delle gare sono state montate in studio. Le principali automobili del film esistono veramente, ma si riducono a una carlinga metallica priva di motore che rimane ancorata al terreno mentre è tutto lo sfondo intorno a muoversi per dare l’illusione del movimento allo spettatore che rimane incantato di fronte alle immagini dei mortali combattimenti tra auto, già ribattezzati Car-fu. In pieno stile manga giapponese tra una scena e l’altra si inseriscono divertenti siparietti comici affidati al fratello di Speed, Spritle e al suo scimpanzé Chim Chim e una sequenza di lotta tra buoni e cattivi che calca la mano allo stile di combattimento dei protagonisti del celebre videogioco.
Nonostante l’attenzione verso il mondo orientale e i suoi coloriti stereotipi la trama non può rinunciare a quelle dinamiche tanto care al cinema Hollywoodiano quali il mito del successo e della riscossa dei deboli con uno sguardo molto approfondito all’universo famiglia e ai legami d’amore tra i suoi componenti. Proprio in quest’ottica va letta la scelta dei registi di non affidare tutto il peso del film agli effetti speciali, ma di collezionare un cast di tutto rispetto con Susan Sarandon, Christina Ricci, John Goodman e il divo di Lost Matthew Fox a tessere le fila di una sottotrama che indaga le relazioni personali che legano tra loro i protagonisti della storia.
SPEED RACER
Regia: Andy Wachowski, Larry Wachowski;
Interpreti:Emile Hirsch, Susan Sarandon, John Goodman, Christina Ricci,Matthew Fox, Hiroyuki Sanada
USA 2008