La Hollywood del mito: dagli Studios ai boulevard

FOCUS SUGLI STUDIOS NELLA MEGALOPOLI DEGLI ANGELI…IL REGNO DEL CINEMA

Finché non gli arrivi di fronte, non ti rendi bene conto della sua importanza. La scritta giganteggia sulla collina, affacciandosi maestosa sulla città degli angeli. Hollywood rappresenta molto più di quello che rivela a prima vista: da decenni ormai cela con la sua insegna protettiva, ogni traversia affrontata dalla fabbrica dei sogni. I film, infatti, sono ciò che ha permesso a Los Angeles di venire alla luce. Interi capannoni costruiti nel deserto della California, divenuti, per il loro appeal economico, prima industrie, poi quei grandi studios destinati a cambiare il volto della realtà su pellicola. Così quando ad est della città rimani ad ammirare ciascuna delle nove enormi lettere, viene naturale riflettere sul cinema come pura forma d’arte, la settima.

Tale definizione non potrebbe esser più appropriata se pensiamo a come appare Los Angeles oggi. Una metropoli priva di alcun fascino urbano ed architettonico, che emana una ricchezza che non gli appartiene più, il riflesso aureo della stagione dei grandi divi. Dal monte Olimpo, osservandola bene si capisce che lo spropositato benessere deriva essenzialmente dal turismo, attirato da entusiasmi da fiction e dalle magnifiche spiagge oceaniche, ossia tutto ciò che L.A. può offrire. Il glamour, il kitsch e il barocco fanno parte di una superficie patinata, che tenta di nascondere il poco che vi rimane sotto. Perché un poco c’è, a partire dai lunghi e famosi vialoni (il Sunset e il Santa Monica boulevard), agli effervescenti quartieri da soap (Bel Air, Beverly Hills), per arrivare al prestigioso college universitario (Ucla). Ma poi? Il discorso, dunque, torna sempre all’origine ed è qui che troviamo il merito: dal niente si è arrivati a questo, dal deserto si è costruita per necessità l’immagine esatto contrario di ciò da cui essa dipende, il cinema appunto.

Dove esiste veramente quella magia che ciascuno si aspetta, che è la possibilità di incontrare un attore mentre fai shopping od assistere alla celebrazione del settantenario del più amato personaggio Disney, mentre cammini lungo la Walk of Fame. E per chi come me è un amante del grande schermo, va da se che il cuore pulsante del cinema si trova proprio qui, a partire dall’incrocio tra LaBrea e l’Hollywood boulevard. Per rendere accessibili ai terrestri gli immensi set che circondano Los Angeles, gli studios da qualche anno promuovono visite guidate al loro interno, cercando così di placare l’avida sete dei curiosi turisti. Nonostante i prezzi siano appropriatamente alle stelle, il flusso di pellegrinaggio è continuo. Visitare la Warner Brothers, la Paramount o la Columbia, però, non è come andare al parco giochi, come peraltro propone la Universal.

Infatti il giro, della durata di un paio d’ore, può risultare monotono e talvolta noioso, specie se le guide all’interno del parco, si esaltano per un nonnulla (vedi “cicca di sigaretta per terra fumata da Humphrey Bogart”) o con tutta la naturalezza del mondo ti dicono, indicando un complesso di edifici, che la Gotham City di Batman è la stessa Chicago del telefilm E.R. Ma questo fa parte della messinscena di celluloide, perché come capita sempre più spesso anche da noi, i serial tv ormai stanno prendendo il sopravvento sulla produzione filmica. L’altro aspetto, che però ai più sfugge, è la costosa impresa che equivale a girare un film, di cui i set non sono altro che le ceneri primordiali, i cantieri dove l’arte prende vita. A questo punto della riflessione, qualcuno potrà sentirsi scoraggiato, decidere che poi il cinema in Italia non è poi così messo male, sentir vacillare le proprie convinzioni in materia. Già, qualcuno, ma non la maggior parte delle persone, perché ci sono ancora molti che, nonostante sappiano quali siano le regole del gioco, hanno (giustamente) voglia di lasciarsi trasportare dalla fantasia, sentirsi liberi e felici dietro lo schermo.

Proprio per questo non si interromperà mai il flusso dei visitatori laggiù nel deserto e per questo motivo non si esauriranno mai le file davanti ai botteghini. Perciò se chiedessimo a una persona qualunque quale sia il suo tempio cinematografico, non dovremmo stupirci se la risposta fosse la solita, se senza pensarci ci dicesse Hollywood: è solo lì che la realtà incontra l’immaginazione.

 

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