La possibilità di scegliere da noi è solo in dvd
Il bello di ogni rassegna cinematografica, ciò che trascende il fascino in sé della manifestazione internazionale ricca di celebrità ed eventi collaterali, risiede, a mio modesto parere, nella possibilità ormai più unica che rara, di poter assistere alla proiezione dei film in lingua originale. Un piacere che amo riscoprire ogni qual volta ho la possibilità e la fortuna di poter partecipare come spettatore/ inviato ai Festivals dedicati al cinema che si svolgono nel nostro paese. Sono ormai una vera oasi nel deserto le sale che mettono a disposizione la possibilità di poter godere di un film nella lingua in cui è stato girato. Con sottotitoli in italiano, si intende!
Il grande pregiudizio ho avuto modo di riscontrare in Italia nei confronti di questo tipo di proiezioni risiede a mio avviso in due motivi fondamentali. In primo luogo nel timore insito in chiunque sia abituato alle voci in italiano, di non riuscire a seguire le file della trama di un film sottotitolato, perché troppo distratti nel leggere le traduzioni proiettate in basso allo schermo. Fatto assolutamente non vero. Perché se nei primi dieci minuti di proiezione l’operazione potrà risultare un po’ difficoltosa, dopo questo breve periodo di adattamento il tutto riuscirà senz’altro molto più immediato. E un tale esercizio rappresenta quanto di più utile per poter migliore nella comprensione della lingua inglese. L’altra motivazione per provare a spiegare questa ritrosia nei confronti dei film in lingua originale affonda invece le sue radici nella grande tradizione italiana in tema di doppiaggio. “I doppiatori più bravi al mondo sono quelli di lingua italiana”. Quante volte abbiamo sentito pronunciare questa frase? Senza nulla togliere all’indiscusso talento di grandi doppiatori del passato e del presente, che con le loro voci hanno segnato la storia cinematografica di ognuno di noi, anche il doppiaggio meglio eseguito non potrà mai ricalcare in pieno quella tensione emotiva che un bravo attore è in grado di trasmettere con la sua recitazione. Mai dimenticherò una scena a forte tensione drammatica del film 21 Grammi di Inarritu in cui Naomi Watts scatenava tutto il suo dolore e la sua disperazione per la morte del marito. Seduto su quella sedia del Palalido di Venezia avevo i brividi perché l’immedesimazione con il personaggio era automatica e autentica. E quel pianto disperato e quelle grida di dolore che si mescolavano alle parole erano capaci di farmi vivere nel suo dramma. Per curiosità appena ne ebbi l’occasione mi riguardai con calma quella scena in italiano. Una sequenza altrettanto toccante, ma che non aveva la medesima capacità di andare a colpire le corde della mia emotività.