TFF – Una sigla che è tutto un programma
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L’astinenza da vetrine cinematografiche è come quell’ossessione tutta mondana per lo shopping. Quando sale la scimmia non ci si accontenta di una sala di proiezione, pur di alto livello se all’interno di un Multiplex, ma si setaccia rete virtuale e rete topografica, per cercare una qualche manifestazione sul territorio nazionale. Ecco che così s’ingolfa l’autunno del cinema, che propone dopo Venezia sottotono e Roma sottodiluvio, la 26° edizione del Torino Film Festival griffata Nanni Moretti seconda parte, forse l’evento naif più convincente dei tre, stando in prospettiva al cartellone presentato.
{mosimage} Torino aprirà con W. di Oliver Stone, interpretato da Josh Brolin mentre le retrospettive saranno dedicate a Roman Polanski, Jean-Pierre Melville e alla British Renaissance. L’organizzazione della rassegna è suddivisa per segmenti, a partire dal Concorso Internazionale Lungometraggi, la sezione principale del Festival, dedicata alla ricerca e alla scoperta dei nuovi autori del cinema contemporaneo, rivolta in particolare alla valorizzazione e al confronto del cinema indipendente di ogni latitudine e paese, senza preclusioni di generi e linguaggi, aperta perciò anche ai documentari. Poi Fuori Concorso, in equilibrio tra ricerca e spettacolo, tra autorialità e tendenza, tra finzione e documentario, la sezione si propone come sintesi degli spunti cinematografici più significativi dell’anno. Senza preclusioni né verso il cinema spettacolare né verso la ricerca rigorosa, e con un’attenzione costante e particolare al lavoro più recente dei registi che sono stati importanti nella storia del Festival e, in generale, del cinema indipendente di ogni paese. Lo Stato delle Cose, sorta di contenitore destinato ogni anno ad un argomento diverso e intende fare il punto su idee e costanti emergenti nell'immaginario cinematografico contemporaneo. La Zona, inaugurata lo scorso anno, conferma e rafforza la sua caratteristica di essere la sezione in cui l’istinto di ricerca del Festival si concentra nei territori del cinema meno allineato alle traiettorie convenzionali. Internazionale Doc è la nuova sezione dedicata al cinema documentario proveniente da tutto il mondo, che si colloca accanto allo storico concorso italiano. La nascita della nuova sezione non competitiva istituzionalizza così l'interesse storico del festival per il documentario, alla luce della crescente quantità e qualità dei lavori che ogni anno vengono prodotti. Infine, Moretti e soci hanno investito buona parte della loro manifestazione al final event del Torino Film Lab, che in occasione delle giornate 23 e 24 novembre, in cui vedremo assegnare sei Development Awards agli artisti in concorso, che permetteranno ai filmmakers premiati di continuare il loro percorso realizzativo durante l’arco del successivo anno lavorativo. Insomma, molta carne a fuoco per chi necessita del cinema come una droga positiva.