Speranza È consapevolezza

                     L'adagio del nuovo Clint lascia il segno

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Può bastare la speranza di fronte ad un’anima messa in pace? Un dubbio lacerante e profondo quanto i campi lunghi nelle riprese del vecchio Clint. Los Angeles fine anni 20, un caso di cronaca nera finisce alla ribalta cittadina, i corpi si muovono come se il progresso fosse già arrivato e si dovesse toccare il fondo da un momento all’altro. La fragile determinazione di Christine Collins (interpretata dagli occhioni intensi di Angelina Jolie) e la risolutezza del reverendo John Malkovich riporteranno “a casa” un po’ di moralità.

Vivere con la speranza non è affatto vivere con la consapevolezza che niente ritorna. Questa la morale di Changeling, ultimo e malinconico film del caballero Eastwood, un dio del cinema rinato dietro la macchina da presa. Storia di una madre che non si rassegna alla scomparsa del figlio, dopo che il dipartimento di polizia, il quale non gode di buona reputazione, gliene ha restituito uno “sbagliato”. Nel corso di un intero lunghissimo anno, la verità, o almeno la parte più angosciante, verrà alla luce con tutti i demoni di contorno. Il caso Walter Collins diventa così emblema dell’insicurezza di una città e quindi di una nazione intera, dove i bambini spariscono nel nulla, inghiottiti dal Moloch di una metropoli sanguisuga, e innocenti vengono spediti in manicomio da una polizia in cui regna corruzione e negligenza. Diviso tra docu-drama e legal thriller, entrambi generi esplorati da Eastwood in passato e con notevoli risultati, Changeling racconta insieme tre storie, quella della ricerca del bambino, il suo falso ritrovamento e la successiva indignazione di una comunità legata a questo scandalo e all’operato dello psicopatico killer. Non c’è vergogna nel mostrare il dolore e l’impotenza di fronte all’indifferenza del potere, neppure riguardo un caso eclatante come quello raccontato. Eastwood stesso, attraverso le musiche da lui composte, esalta ogni momento in cui l’imbarazzo del dipartimento si scontra con l’immagine pubblica, dove la pubblicità si espone alla falsità. Tematiche di grande spessore per un film che turba e appassiona nelle sue due ore e venti, scene crude si alternano al dolore unico del vuoto, le emozioni trapelano nel viso segnato della Jolie e Clint omaggia capolavori del passato, dai quali trae immagini e sequenze che adornano la narrazione. Toccando nella sceneggiatura lineare ogni nervo scoperto della società americana anche contemporanea, dall’assistenza sanitaria ai soprusi sui minori che avvengono ogni giorno. Il mezzo stampa, talvolta criticato, a quell’epoca si è rivelato dunque l’unica risorsa per far venire a galla la verità o almeno destare stupore, nel tentativo di scuotere gli animi (in Italia questo è quanto mai lontano dall’avvenire). Profilo basso ma enorme intensità emotiva, Changeling si candida all’Academy quasi senza volerlo e, a parte qualche pecca stilistica dovuta all’etica hollywoodiana, rimane una pellicola di alto spessore che fa solo il bene dello spettatore, commuovendo senza mai annoiare.

Titolo Originale: CHANGELING
Regia: Clint Eastwood
InterpretiAngelina Jolie, John Malkovich, Amy Ryan, Geoff Pierson, Jeffrey Donovan, Jason Butler Harner, Michael Kelly, Gattlin Griffith
Durata: h 2.20
Nazionalità:  USA 2008
Genere: thriller

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