Il penoso avvento dell’apocalisse

 

                               I quattro cavalieri scomodati inutilmente

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Ci vogliono decenni di tentativi su pellicola per scovare la perla thriller, selezionata accuratamente tra decine e decine di filmacci di serie b. Ma al contempo, per smontare tutto il buon lavoro fatto a monte, basta andare a vedere The Horsemen.

Tale è l’imbarazzo che si prova usciti dalla sala, che quasi ci si dimentica dei primi dieci minuti in cui si parte con belle speranze, fotografia sporca degna dei migliori thriller nordici, un genere tanto accattivante quanto facile al sacrilego, vedi secondo capitolo de I fiumi di porpora.

 

 

Nel delirio mistico di fanatismo religioso e drammi familiari, temi di scottante attualità valida nei secoli dei secoli, ci si chiede come certe produzioni mettano il proprio nome accanto a sceneggiature ridicole come questa. Dove davvero niente si salva, nemmeno il povero protagonista Dennis Quaid, in evidente calo professionale.

Casting sbagliato, dialoghi surreali, colpi di scena da sbadiglio e un finale su cui caliamo un velo pietoso.  Sinteticamente presentato come il nuovo Seven e su questo meglio non pronunciarsi vista l’assenza di qualunque tipo di suspence, il film di Jonas Åkerlund vuole indagare i misteri della psiche alimentati da recessi biblici, in particolare analizzando l’operato dei famigerati quattro cavalieri dell’apocalisse.

Il detective Breslin, con famiglia allo sbando dopo la morte della moglie, viene chiamato per indagare su una serie di feroci delitti consumati apparentemente senza movente, torture e riprese da snuff movie annesse, ritrovandosi suo malgrado coinvolto in prima persona negli avvenimenti. Idea di per sè non accattivante, ma svilita quasi subito nel momento in cui il finale si palesa agli occhi dello sbadigliante spettatore.

L’ambientazione periferica di una gelida Detroit è l’unica scelta coerente di un film che fa acqua da tutte le parti e sulla cui riflessione tematica c’è poco da discorrere, se non altro per la banalizzazione in cui il binomio regia/sceneggiatura si cimenta nel mescolare orrore e feticismo, indagini e moralità, affrontandoli come semplice pretesto per raccontare una storia, l’ennesima, in cui il male svela il proprio volto umano.

La spiegazione che arriva a conclusione della pellicola, nel tentativo di donargli una pennellata craveniana, fallisce presentando un rebus al quale anche l’ispettore Gadget saprebbe trovare una soluzione, trovando il modo per fermare gli esaltati assassini.

Ora, siete ancora convinti di andare a vederlo?….Bene, scopo raggiunto.

 

Un film di Jonas Åkerlund.
Thriller, durata 110 min. – USA 2008. – Moviemax data uscita 06/02/2009. – VM 14

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