IL POSTO GIUSTO PER UN FILM BANALE
Se cercate il classico ritrovo romano, un po’ fighetto, un po’ trendy, ovvero quella gran confusione pre-serata tipica dei movimenti post adolescenziali, allora Piazza Giochi fa al caso vostro. Snodo di vite della Roma bene, il luogo fisico è anche titolo del film diretto da Marco Costa, con un cast giovane e il meno giovane doppiatore Luca Ward. Nella piazzetta capita Cassandra/Cecilia Albertini, adolescente inquieta alle prese con la conoscenza forzata di un padre che non ha mai visto, ma con cui deve convivere mentre la madre è in coma per un tumore. Moccia docet insomma, tra spasmi d’amore si parte con una virata sulle città e i suoi umori/amori primaverili per approdare su sponde da lacrimuccia facile, in cui si evince il difficile rapporto tra l’urbe (in questo caso le zone attorno a corso francia) e le differenti realtà giovanili. Film dalla doppia faccia, fotografia e montaggio frizzante, ma destinato ad un prodotto ambiguo nelle sue scelte registiche, telefonatissime come le reclame delle suonerie per ragazzetti, che mescola sentimenti a buon mercato a inguaribili ottimismi. La società che crea falsi miti e ribellioni, l’analisi sulla salvaguardia di psiche indifese sono tutti concetti trattati meglio altrove. Non c’è molto altro da dire, se il cinema italiano è questo la situazione è grave, bisognerebbe contestualizzarli in un filone (irreale) di genere e sollecitare i vari-veri autori ad essere maggiormente operosi. Se occuperanno il mercato, non ci saranno più talenti sprecati ad intasare il panorama filmico nazionale, ma solo più gente ad affollare piazza Giochi Delfici in cerca di notizie su Zona Cassia.