L’AMOR GIOVANE SECONDO D’ALATRI
Se l’amore è come l’estate, quando inizia speri duri per sempre, ad essere un po’ maligni non si può dire altrettanto del nuovo lavoro di Alessandro D’Alatri. Tornato dietro la macchina da presa dopo alcuni anni di pausa, il suo nuovo film, Sul Mare appunto, tradisce un poco le attese. Nella splendida isola di Ventotene (molto curata la fotografia e splendidi i paesaggi), è ambientata una storia d’amore pura tra due ragazzi, moderni romeo e giulietta del ventesimo secolo. L’intento del regista è sicuramente nobile: ridare dignità e spessore ad una generazione di giovani che nell’era facebook ha forse perso il vero valore dei sentimenti.
Per questo si racconta della provincia italiana, un’oasi felice in cui il giovane protagonista della storia è un barcaiolo destinato a traghettare i turisti nelle splendide spiagge dell’isola. La sua è una esistenza materasso: vissuta su due lati. Barcaiolo d’estate e muratore nei cantieri d’inverno. Una vita semplice, vissuta con la tranquillità e la serenità che spesso sono estranee alle frenetiche vite nelle metropoli. In più così come si racconta nel romanzo di Anna Pavignano, da cui è tratta l’intera sceneggiatura, il ragazzo solitario è costretto a soffrire per amore, ammaliato dal fascino estraneo di una giovane borghese del nord in gita per fare immersioni.
Un amore forse impossibile, che nasce e trova poi sul cammino difficili ostacoli da superare. Ancora una volta, così come già visto nell’Uomo che ama, ci viene presentata una figura maschile sofferente, inerme di fronte alle pene d’amore causate dell’eterno scontro ideologico e pregiudiziale tra classi sociali differenti. D’Alatri tenta in tutti i modi di rendere il suo cinema popolare. Affrontando temi “alti” con il linguaggio semplice che il cinema può fornire. La trappola in cui cade è forse quella dell’esagerazione.
Al tema amoroso si accavallano in maniera confusa riferimenti a storie di immigrazione e di morti bianche che bruscamente ci riportano alla realtà quotidiana dopo esser riusciti a sognare affezionandoci ai due protagonisti. Personaggi che hanno il volto di due attori debuttanti, alla prima esperienza sul grande schermo. La loro ingenuità e spontaneità al lavoro da set emerge nell’alchimia dei loro ruoli che riescono a trasmettere vedendo il film. Ma forse sono loro stessi i primi a rendersi contro che la storia raccontata e per molti giovani troppo distante dalla realtà quotidiana, e senza lo Scamarcio di turno, sarà difficile far sognare anche i tanti giovani cui la pellicola è esplicitamente rivolta.
A cura di Francesco Buosi