L’approfondimento: facebook mondo di nerd

THE SOCIAL NETWORK VISTO DAL LATO UMANO

Uscito nelle sale cinematografiche italiane il 12 novembre, il film The Social Network ha portato sul grande schermo il ritratto di un mondo. Un mondo nerd.

A ritrarre questa realtà è la mano attenta e scrupolosa del regista David Fincher, che nel ripercorrere la storia della nascita di Facebook ricostruisce una galleria di personaggi: il protagonista Mark Zuckerberg, fondatore del social network, l’amico (ex amico?) Eduardo Saverin, Sean Parker (cofondatore del celebre Napster), gli atletici gemelli Winklevoss.

È attraverso i loro profili che emerge quella che potrebbe essere considerata una vera e propria fenomenologia del mondo nerd. Certo, ammettiamolo, si tratta di una fenomenologia assai poco scientifica e rigorosa e ricca di luoghi comuni. Ma mai luoghi comuni sono stati così azzeccati.

Prendiamo ad esempio il personaggio di Mark: come vuole lo stereotipo del nerd, il ragazzo possiede un’indiscussa dote intellettuale, è un vero e proprio cervellone. Ma alla sua intelligenza matematica non corrisponde un’altrettanto acuta intelligenza sociale. Anche in questo, Mark sposa perfettamente l’immagine stereotipata del nerd, la cui vita sociale e relazionale è un disastro.

Altre caratteristiche che si attribuiscono abitualmente ai nerd sono la difficoltà ad emergere nei contesti sportivi e un look non propriamente accattivante (diciamolo: da sfigati). Ancora una volta il buon Zuckerberg ritratto nella pellicola soddisfa i requisiti del nerd doc. Interessante è il confronto tra lui e i gemelli Winklevoss, un confronto nemmeno troppo sottinteso nella pellicola. Sin dalle prime scene, Mark lamenta di non essere un asso in alcuna disciplina sportiva e di non poter competere con la prestanza fisica di chi, come i fratelli sopracitati, si dedica al canottaggio. I Winklevoss, al contrario, sono dei veri e propri atleti olimpionici: non solo cervello e calcoli matematici, quindi, ma anche muscoli e tensione fisica. Una delle scene più belle di The Social Network è proprio quella della gara di canottaggio: una scena da non perdere, girata con grande perizia, che riesce a trasmettere un senso di grinta che il personaggio di Mark potrebbe soltanto sognarsi.

Altro tratto distintivo dei nerd è, nell’immaginario collettivo, lo scarso successo con le ragazze. Potrebbe essere diversamente, considerando la già citata incapacità di socializzazione? The Social Network ha un interessante incipit, geniale nella sua funzionalità: il dialogo serratissimo tra Mark e la ragazza Erica Albright. La scena preannuncia fin troppo efficacemente quello che sarà il decorso della narrazione e stigmatizza il ruolo del protagonista, confinandolo in quella posizione che lo accompagnerà fino all’ultima scena del film. Un finale tanto emblematico quanto può essere stato l’inizio.

A Mark Zuckerberg mancano solo la passione per i giochi di ruolo e il culto per la fantascienza per essere un’autentica macchietta, incarnazione fumettistica dello stereotipo nerd. Forse il successo che la pellicola ha riscosso oltreoceano e che quasi sicuramente riscuoterà anche qui in Italia (è già stata applaudita in anteprima al Festival del Cinema di Roma) sta proprio nell’efficacia della ricostruzione di un determinato tipo sociale. Chi non ha un amico nerd a cui pensare affettuosamente durante la visione del film? Chi non strizza l’occhio a situazioni e personaggi già noti e riconoscibili? Chi, sotto sotto, non si sente un po’ nerd?

di Silvestro Capurso

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