Sciopero nazionale per i tagli alla cultura

INCONTRO NECESSARIO PER CERCARE DI CAMBIARE LA SITUAZIONE

Cambiamenti, annullamenti, ricollocazioni e cancellazioni. Tutti termini che portano ad un’inevitabile ulteriore parolina: sciopero. In conseguenza con i tagli attuati e previsti dal Governo, il settore dell’audiovisivo è in protesta da oltre un mese e la situazione ancora lungi dall’essere risolta. Abbastanza indignata per la situazione con la quale si associa la redazione comunica il risultato del meeting giornaliero.

Oggi, infatti, lunedì 22 novembre, i lavoratori della produzione culturale e dello spettacolo hanno deciso di tornare a farsi sentire e si sono dati appuntamento davanti al cinema Adriano di Roma per dibattere i seguenti punti di “non-incontro”, diffusi in tutto il panorama web dedicato alla protesta:

1. L’approvazione delle leggi quadro di Sistema dei Settori dello Spettacolo dal vivo e Cineaudiovisivo, per definire titolarità e prerogative per l’intera filiera della Repubblica (Stato, Regioni, Province, Comuni ) e per la piena applicazione del titolo V della Costituzione e suo adeguato finanziamento;

2. Riportare il Fus 2011 almeno al livello del 2008, ossia circa 450 milioni di euro;

3. La conferma del rifinanziamento per il prossimo triennio degli incentivi fiscali già esistenti ( Tax Shelter e il Tax Credit) per la produzione cine-audiovisiva e per favorire il processo di digitalizzazione appena avviato delle sale cinematografiche, in assenza del quale sono a rischio i livelli occupazionali di tutta la filiera;

4. L’attivazione di analoghi provvedimenti di defiscalizzazione anche per lo Spettacolo dal vivo;

5. Contro la delocalizzazione delle produzioni cineaudiovisive e per favorire la valorizzazione e lo sviluppo delle infrastrutture dell’Industria Cineaudiovisiva (ad es. teatri di posa) , a partire dal recupero pieno di Cinecittà;

6. La modifica del ddl cinema per riorganizzare risorse e incentivi volti a rilanciare l’intero Settore

7. I rinnovi dei contratti collettivi nazionali delle fondazioni lirico sinfoniche e dei teatri di prosa e della produzione cinematografica (troupes);

8. Interventi che contrastino gli effetti della legge 100/10 sulle Fondazioni Lirico Sinfoniche;

9. L’apertura di un tavolo Ministeriale per accedere a tutti gli strumenti di protezione sociale ( a partire dalle figure artistiche) e per attivare politiche di riemersione per i settori della Produzione Culturale e dello Spettacolo per la tutela dei lavoratori stabili e precari del Settore;

10. Un tavolo interministeriale che coinvolga il Ministero dei beni e attività culturali, dell’Economia, del Lavoro, e del Turismo e le Infrastrutture e attività produttive, nonché l’ANCI e la Conferenza Stato-Regioni, per attivare le sinergie e le semplificazioni amministrative fondamentali per la riorganizzazione del Sistema;

11. Per il Lazio, una legge regionale per la promozione e lo sviluppo delle attività cinematografiche ed audiovisive a tutela di tutta la filiera, dalla produzione alla distribuzione e all’esercizio.

Una situazione dunque inevitabile e incresciosa che ha il solo potere di mettere in ulteriore imbarazzo il nostro paese, in un settore, quello culturale, che da sempre è stato il nostro punto di forza e che, improvvisamente, negli ultimi decenni è entrato a far parte delle debolezze di un paese stordito. Una tristezza meramente italiana che ci auguriamo si risolva in fretta.

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