UNO DEI PEGGIORI LAVORI DEL REGISTA CON GLI OCCHIALI
Stupefacente è la parola adatta. Stupefacente come si possa passare da un film all’altro, in un battito di ciglia, dal realizzare un opera sentita e cinica, ad una scialba messa in scena di situazioni scontate. Woody, tu ci hai abituato troppo bene, per il tuo bene ti chiediamo di fare come Malick, un film ogni cinque anni: l’unico modo per ritrovare la vena creativa. Male la voce off, maluccio gli attori (impacciati e fuori posto), male la storia che fa acqua da tutte le parti, insomma Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni è forse uno dei peggiori lavori di Allen. Schietti, come sempre lui, ci pronunciamo a suo sfavore, nella duplice veste di accaniti fan delusi e di comprensivi cinefili geriatri, che mostrano proprio nella critica il rispetto per una leggenda vivente del cinema. Allen incarna lo spirito stesso dell’America colta in un mare di yankee, lontano da New York funziona poco e male, sforna perle, filmetti catalani e scemenze tipo questa. Dove un gruppo di persone sono perennemente insoddisfatte della loro vita, non sanno che pesci pigliare e fanno di tutto per mentire, tradire, andare alla deriva. È in questo modo che il buon Woody vede quelli della sua generazione? Incapaci di reagire, seppure con elegante ironia, alle beffe che la sorte vuole rendere al genere umano? Tralasciando la morale e il plot consulto, stavolta le battute non funzionano, il cinismo è marginale e la scontentezza generale migra dai personaggi agli spettatori in sala, scossi di fronte a tale immobilismo cronico. Cambiare per poi tornare al “materno” capezzale, lasciare il certo per l’incerto e poi pentirsene amaramente, porre sulla parola sentimenti un velo di labile sconcerto. Siamo lontanissimi dalle sue caricature più viscerali, ma siamo anche distanti da quell’autocelebrativo Boris Yellnikoff, che è forse il canto del cigno di una carriera immensa. Scommettiamo riuscirà a smentirci?
A cura di Simone Bracci