HAMER DIRIGE UN FILM CORALE SULLA SOLITUDINE E SUI DESIDERI
Bent Hamer (Kitchen Stories, Factotum, Il mondo di Horten) si lascia guidare dalle suggestive atmosfere racchiuse nel romanzo Only soft presents under the tree di Levi Henriksen per comporre il film corale intitolato Tornando a casa per Natale.
La storia è ambientata nella innevata Skogli, in Norvegia, uno sfondo perfetto per accogliere i racconti tratti dal libro e rielaborati secondo lo spirito di Hamer. Le vite dei personaggi si lasciano cogliere nei sogni infranti e ritrovati, nelle sconfitte e nei traguardi, nella solitudine e nell’incontro, mentre cercano di orientarsi verso casa dopo aver smarrito la strada. Tornando a casa per Natale si interroga sul significato della parola ‘casa’, sul luogo – fisico o interiore – in cui ciascun individuo si sente in pace con se stesso, avvolto e protetto dagli affetti più cari.
Con fare malinconico e delicato, l’adattamento libero di Hamer racchiude le difficoltà dei protagonisti in una cornice delimitata dal prologo girato in ex Yugoslavia e dall’epilogo norvegese che fa da raccordo alle storie.
Come ha specificato il regista in occasione della conferenza tenutasi a Roma, anche se l’intreccio ha luogo il giorno di Natale, per l’universalità delle questioni trattate potrebbe svolgersi in qualsiasi giorno dell’anno. Tuttavia, per l’intensità delle aspettative – sia individuali sia collettive – di cui il Natale è intriso, questo è l’emblematico momento in cui ogni essere umano si confronta con i propri sogni nella speranza di vederli realizzati. Al di là dell’orientamento religioso, della direzione comportamentale e della condizione esistenziale, il Natale smuove qualcosa, anche indirettamente, nel pensiero degli uomini. Il Natale diventa, inoltre, una fonte ricca di spunti simbolici (talvolta anche fin troppo abusati) da cui attingere abbondantemente per esaltare lo stato d’animo dei ritratti fragili colti da Hamer.
Ed è proprio un’immagine prettamente natalizia a concludere, in modo quasi onirico, il film ironico e gentile dell’apprezzato cineasta.
A cura di Francesca Vantaggiato