A rotterdam un festival scaccia crisi

NUMEROSE E VARIEGATE LE PELLICOLE SPERIMENTALI IN CONCORSO

In Italia e in Europa ci si lamenta della crisi, causa di ogni male che si riversa anche nella creatività artistica e ovviamente cinematografica. Ma c’è chi invece della crisi, in particolare della povertà, ne ha fatto un punto di partenza e di forza. È proprio questo che emerge in questi giorni dal Festival di Rotterdam, iniziato il 26 Gennaio e che si concluderà questa Domenica.

Finora sono 10 i film presentati sui 14 in programma, e il Sud America e l’Asia sono i protagonisti assoluti. I lavori presentati vanno da pellicole sperimentali, fiction a documentari e hanno in comune uno sguardo attento che punta al realismo, e che basa molto della lavorazione sulla bravura degli attori, nella maggior parte dei casi professionisti, capaci di colmare quella che in certi momenti appare come mancanza di struttura narrativa.

A stupire è la risposta degli spettatori olandesi che si stanno appassionando ad un’arte che va contro il digitale e alla leggerezza delle storie.

Le scelte di questo Festival sono da considerarsi coraggiose. Non sono presenti film nazionali, l’Europa è quasi del tutto assente, e le retrospettive sono dedicate ad autori non conosciuti dai più come l’artista sperimentale Nathaniel Dorsky, il regista Augusti Villaronga e al francese F.J. Ossang. C’è chi potrebbe criticare scelte del genere, ma forse è opportuno considerare e riflettere sulla scelta di artisti che sono stati capaci di far appassionare ai loro lavori, nonostante siano stai realizzati con poco e raccontino di una quotidianità difficile.

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