Burke & hare – ladri di cadaveri: recensione

JOHN LANDIS PUNTA SULLA BLACK-COMEDY E FA CENTRO

Che sia un film alla John Landis lo si capisce subito, fin dall’incipit che compare subito dopo qualche titolo di testa informativo. Il testo recita: “Questa è una storia vera” e subito dopo, quasi a voler sottolineare lo spirito con cui bisogna affrontare la vicenda, compare: “tranne per le parti che non lo sono!”

Comincia così l’avventura di due signori nella Edimburgo di inizio Ottocento, che si trovano coinvolti in uno spaccio di cadaveri nella capitale scozzese della medicina. Per trovare cadaveri freschi da inviare al ricco medico, intento a regalare ai suoi studenti delle vivisezioni durante le lezioni, i due protagonisti Burke e Hare, magnificamente interpretati da Simon Pegg ed Andy Serkis, compiono una serie di omicidi.

Su scenografie alla “Barry Lyndon” e momenti comici alla Mel Brook, John Landis regala al pubblico un piccolo gioiellino di ironia, che però, a differenza di ciò che si possa pensare, non punta sul sangue ma sulla storia. Il film è infatti splendidamente scritto e diretto, grazie alla mano di un regista che riesce a fare umorismo nero senza dover ricorrere per forza a scene gratuitamente cruente e sanguinolente.

Si ride tanto per le situazioni bizzarre che si creano intorno a questa folle vicenda, che per assurdo è servita per far progredire il mondo della scienza medica. Ad impreziosire la pellicola ci pensano poi alcuni straordinari uomini di cinema pronti a interpretare anche un solo cameo come Christopher Lee, Tim Curry, David Heyman, Michael Smiley e Hugh Bonneville, tanto per citarne qualcuno.

Alla fine ciò che Landis dimostra è che non c’è bisogno di fare chissà quali grandi cose per riuscire a realizzare un film di buon livello. Basta avere una solida sceneggiatura (presente!), scegliere gli attori giusti (fatto!) e affidarsi ad una regia pulita e senza inutili fronzoli (riuscito!) per ottenere un piacevole romanzetto storico, macabro certo, ma davvero esilarante.

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