LA REDAZIONE SI METTE A CONFRONTO SULLA PELLICOLA DI FAUSTO BRIZZI
Ci siamo chiesti i nostri pareri finiti i titoli di coda, il risultato è stato un simpatico pro&contro che ha evidenziato come il cinema è basato sui gusti.
Quale tipo di pubblico conquisterà?
Francesca Vennarucci: Una fascia abbastanza larga di pubblico visto come stanno andando le commedie italiane ultimamente. Molto probabilmente in sala ci saranno sia famiglie che under 30, compresi, e poi dato il cast anche un pubblico che solitamente ama di più la televisione rispetto al cinema.
Simone Bracci: Un pubblico smaliziato di perditempo, ovvero quella fauna che risponderà alla domanda ho voglia di cinema con “c’è qualcosa che fa ridere”? Ebbene, questo film è dedicato a loro, anche se rimarranno delusi dal fatto che il divertimento arriva dritto dallo schermo col contagocce….di misura xxs.
Film originale o idea già vista?
FV: Di originale non c’è molto, forse la suddivisione in due capitoli e l’alternanza di attori. Il gioco sugli stereotipi e i luoghi comuni, in particolare per quelli che riguardano le donne, è spesso un tema che ritorna nel cinema italiano anche se in effetti qui è il protagonista assoluto. L’originalità credo stia nel sottolineare gli aspetti negativi di entrambi, sia uomini che donne, e alla fine di non metterne in evidenza gli aspetti positivi ma far vedere che nella coppia bisogna accontentarsi e farsi andare bene i difetti perché di pregi, a quanto emerge dal film, ce ne sono proprio pochi da tutte e due le parti.
SB: A parte il suo “primo episodio”, non solo già visto…ma anche finite le risate in una stagione talmente ricca di comicità a buon mercato che questo lavoro di Brizzi risulta essere, cinepanettoni esclusi, il più fiacco dell’intero lotto. Un’operazione commerciale davvero priva di idee questa volta.
Come si spiega il successo al box office anche di questa commedia?
FV: Come è stato detto più volte in questo periodo, la gente vuole ridere e non ha un’alternativa valida dagli altri mezzi di comunicazione. Il grande schermo è lo svago che prima era offerto dalla televisione e ora, nonostante i prezzi aumentati del cinema, la gente ha forse anche più voglia di uscire e distrarsi dai problemi quotidiani. Inoltre la curiosità per il fatto che sia un “secondo capitolo” a mio parere incide notevolmente e fa da calamita grazie alla scelta del cast che indubbiamente è di forte richiamo per il pubblico.
SB: Vedi sopra, finché non usciremo da questo buio sociale, la gente non si affezionerà a film sperimentali, ma i grandi numeri favoriranno la risata semi-assicurata, pensata o meno farà poca differenza. Diventa così un doppio danno, perché al contrario di molte altre cinematografie, sono proprio le idee a scarseggiare e chi prova a cambiare genere non viene premiato come dovrebbe.
Poi non ci lamentiamo di vedere sempre le stesse facce piatte sul grande schermo…
Lo consiglieresti?
FV: Pensandoci bene sì lo consiglierei. Anche se nutro qualche dubbio sulla trama e sul fatto che non ci sia una vera e propria storia nel film, ma alla fine riflettendoci su la commedia è anche questo. Ha come obiettivo quello di far ridere e questa ci riesce, è divertente.
SB: No. Ma proprio no, bisogna dare un segnale di NON interesse verso prodotti di cotal bassa lega. Non sono sufficienti due gag a risollevare il morale di un plot banale. Perché allora non puntare su altri tipi “prodotti”? Visto che molto spesso il film così viene considerato, almeno puntiamo sulla qualità quella vera: partendo dalla scrittura.
Scritto da Francesca Vennarucci e….