NASCE UNA SPECIALE “RUBRICA”, IL GIOCO DEL PENSIERO NEI FILM
Immaginate di averne dimenticato la sceneggiatura, immaginate cosa provereste vivendo una nuova realtà, pensate un attimo di cambiare universo. Bene, adesso, l’idea ultima è quella di raccontare il punto di vista di un personaggio cinematografico. Per questo motivo, col braccio intorpidito per la posizione da amanuense, decido di lanciarvi una provocazione sulla “fede filmica” e raccontarvi una breve favola. Ma non consueta, dunque niente c’era una volta, qui l’intro è ben diverso….
«Piove, l’aria è densa e carica di fumo. No, è solo una coltre di nubi passeggere e il sole torna. Ci stiamo arrampicando su nuvole sospese, liane simili a corde si arrampicano nell’azzurro e assomigliano a braccia tese a sostenerci. Vedo i miei compagni urlare al vento e continuare a salire. Poi mi ricordo che le mie gambe sono fuori uso e mi soffermo a guardarle sospese nel vuoto. Sono diverse…possibile stia sognando? Possibile le mie preghiere siano state esaudite?
Poi i ricordi riaffiorano, il transfer, la scansione ottica e il passaggio in questo corpo che non mi appartiene, la mente che comanda l’arto. Che è ora dotato di muscolatura solida e prosegue il suo moto, portando il corpo fino in cima. Respiro. C’è un aria cristallina qui, una purezza che non ricordavo più nel modulo terrestre. La mia compagna fa un cenno con la mano, credo sia il mio turno, devo dimostrare a questa gente il mio valore e forse, forse solo allora potrò essere accettato. Mi faccio avanti combattuto, in fondo sono qui per un altro tipo di missione, immorale se volete.
Sono qui per tradirli e riferire…ma qualcosa è già cambiato in me. Non ne sono sicuro, i suoi occhi mi osservano curiosi e io le ripeto che ogni cosa ha il suo ordine naturale in questo pianeta. Mento? Ora mi accorgo di aver smesso di farlo. La mia mente si sta fondendo al corpo, i miei polmoni sanciscono l’urlo liberatorio mentre cado nel vuoto e comincio a volare, tornando alla vita con la semplicità dei momenti più intensi. La libertà non ha prezzo “dentro” al mio Avatar. (Jake Sully)»