Red – retired extremely dangerous: recensione

LA PENSIONE DELLE SPIE COME SECONDA VITA ACTION

Quante volte abbiamo sentito la storia del gruppo di eroi che deve ritirarsi dalle scene per un equivoco per poi ritornare dopo un certo tempo in azione, pronto al riscatto? Da “Gli incredibili”, “A-team”, “Watchmen” in poi, questo è un tema che piace in America, ma nessuno prima d’ora s’era spinto così avanti.

“Red”, ispirato a un fumetto di Warren Ellis, è l’acronimo di “Retired Extremely Dangerous” ovvero “Pensionati estremamente pericolosi”. In poche parole questa è la storia del film: un gruppo di pensionati è costretto a tornare in azione, dopo che la CIA ha cominciato fuori alcuni di loro, e deve difendersi a colpi di bazooka. Tra gli ‘anziani’ protagonisti è un po’ strano vedere un tipo arzillo come Bruce Willis, ma è anche questo il bello del film! A differenza di titoli come “Expendables” dove Stallone, Lungdren, Roberts e altri ammazzano eserciti e fanno esplodere città come facevano negli anni ’80 senza aggiungere dell’ironia sul loro avanzamento d’età, “RED” mostra come la pensione possa essere l’inizio di una nuova vita, magari anche più avventurosa, con tutti gli inconvenienti che derivano dal sopraggiungere della terza età: ad esempio il personaggio di Malkovich – forse quello meglio riuscito- col passare degli anni è diventato sempre più paranoico e vede spie dappertutto, ma poi c’è Helen Mirren che a 60 anni suonati sprigiona ancora un notevole fascino e non si fa problemi di tirare fuori un mitragliatore in mezzo a un parcheggio e sparare a tutti quelli che la vogliono morta.

Robert Schwentke (“Un amore all’improvviso”) tiene le redini del progetto e se all’inizio non coinvolge, dopo un buon quarto d’ora riesce a creare una notevole alchimia tra i personaggi e le risate sono assicurate, fino ad arrivare a un finale sopra le righe e parodistico, comunque godibile. Ovviamente in questi titoli è d’obbligo la porta aperta a un eventuale sequel.

RED è quindi un sicuro ‘guilty pleasure’ per i fan del cinema d’azione rimasti delusi dagli ultimi film della star di “Die Hard”. Certo non rivoluzionerà il genere, ma con un cast così è difficile rimanere indifferenti: oltre ai nomi citati, sono presenti anche Morgan Freeman, Richard Dreyfuss, Karl Urban, la star di “Weeds” Mary-Louise Parker e l’ultraottantenne Ernest Borgnine, un tempo mitico cowboy ne “Il mucchio selvaggio”.

Il film ha avuto così tanto successo in America che il regista di “Kick-Ass” e del prossimo

“X-Men : First Class” sta pensando di sfruttare lo stesso concept per un film di supereroi in pensione costretti ancora una volta a tornare in azione. Che la terza età stia diventando la nuova giovinezza a Hollywood?

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