L’EX ATTRICE RACCONTA IN UN LIBRO I SUOI PRIMI RUOLI OSÈ
Il lancio di Adnkronos recità così: “Ero una grande peccatrice. Mi sono fatta coinvolgere spesso in situazioni sbagliate, per la paura di non lavorare più ho accettato troppi compromessi. Ho commesso tanti errori e per questo ho rischiato di morire, ma Gesù ha avuto compassione di me. Il cattolicesimo “più spinto” è una brutta bestia, specie se ascoltato dalle labbra di Claudia Koll, ex simpatica attrice con qualche puntata soft eros in gioventù, la quale improvvisamente ha sentito la sua coscienza diventare sporca, ogni giorno di più, fino alla ricerca della purezza assoluta.
Il film che la lanciò nel settore fu “Così fan tutte”, marchio di fabbrica di Tinto Brass, una pellicola osè del 1992, la cui locandina ancora oggi fa rabbrividire la morigerata Koll e che invece, a nostro parere, era una “sofisticata” operazione di genere. Circa vent’anni dopo, la conversione di taglio religioso e quel mostrarsi nuda sullo schermo vengono ritenuti dalla Koll antitesi della ragione, quasi un’incriminazione alla dignità umana (quando il corpo è l’elemento più naturale che abbiamo), addirittura sta per uscire un libro «Vite trasformate» di Mauro Aimassi, che racconta le storie di conversione alla fede di Alessandra Borghese, Leonardo Mondadori, Nicola Legrottaglie e Paolo Brosio, gente pubblica che non si accettava per quello che faceva.
Diciamolo chiaramente, ascoltare la Koll in questa maniera ai giorni nostri fa parecchio effetto e, d’altronde, sentirla argomentare su Gesù e sulla teologia fa sorgere anche una domanda lecita: cosa c’entra la religiosità, privata e personale, con una professione? Erotismo o no, sembra più una scusa per rimanere “in video”, che una reale e profonda dedizione all’eucarestia.
Vi lasciamo giustappunto con uno stralcio della sua grande performance recitativa..