FILM4LIFE SI METTE A CONFRONTO CON 4FOURZINE SULLA PELLICOLA DI ZACK SNYDER
Ci siamo esposti le rispettive opinioni al termine dei titoli di coda, il risultato è stato un simpatico pro&contro che ha evidenziato come il cinema è basato sui gusti personali…anche se un tantino sbilanciato verso sul negativo, questa volta.
QUALE TIPO DI PUBBLICO CONQUISTERÀ?
Valentino Cuzzeri: L’ultima visionaria opera cinematografica di Zack Snyder, successiva a Il Regno di GA’Hoole, dimostra che il ventunenne regista, percorre e traspone un cinema puramente e complessamente adolescenziale. Un ottimo intrattenimento visivo-scenografico, sostenuto dal bacino del mondo del gaming. Il succedersi nevrotico di livelli di realtà e sogno, livelli trattati come un videogame, lasciano percepire l’intento ormonale, iperattivo e conflittuale, irrisolto e idealista.
Siamo sicuri che il buon Zack volesse relegare la sua opera alla mera fruizione di un pubblico adolescenziale, puntando sul ritmo, sulle scenografie, sulle musiche di Bjork e Skunk Anansie?
Simone Bracci: La fantasia al potere, l’immagine come universo visivo senza fine. Questa è la stringa con cui decodificare il film, la risposta alla domanda è invece chi vede la sua realtà come statica e chi ama incondizionatamente il regista di 300. Loro in primis, ma credo anche la fascia di pubblico che è stufo di sorridere al cinema con poco gusto, di certo non amanti dei dialoghi…Poi vengono i nerd, da sempre amanti di un sottogenere cinematografico al servizio del fantasy più estremo.
RISPETTA LA CINEMATOGRAFIA DEL REGISTA O MENO?
VC: La rispetta superficialmente, e la stravolge abbandonando la sceneggiatura a discapito della componente visivo-ritmica. Un plot debole, che inizia magistralmente invitando alla visione di un possibile capolavoro, che purtroppo scivola nell’ovvietà di un trattamento da videogioco. La parte centrale risulta un “vigliacco” espediente di raggiungere i tanto amati 130 min da parte del regista, che non riesce a mantenere i livelli di Watchmen, ne tantomeno quelli di 300.
SB: La rispetta solo nella sua maestosa sequenza d’apertura, dopo, spingendo Snyder sull’acceleratore del fantasy senza logica, perde l’impatto magnetico e calamita stanchezza roboante e voglia di realtà. Perché il calderone può ammaliare lo sguardo per un attimo, ma, salvati alcuni nobili tentativi autoriali, alla fine risulta melenso e privo d’enfasi narrativa.
LO CONSIGLIERESTI?
VC: Ni. Lo consiglierei nella misura in cui l’opera venisse relegata nel mero intrattenimento, un ottimo e divagante intrattenimento. Snyder si cala nella psiche umana, ma ahimè, non è Nolan e si perde in sfide per gradi e livelli, che cercano di coprie l’assenza di un vero e proprio piano emozionale. Il banale messaggio femminista- post femminista o di inneggio alla libertà non è sufficiente a giustificare tutto quel complesso visivo – iconografico elaborato per questo film.
SB: Non proprio a tutti, lo consiglierei solamente a chi d’intrattenimento nudo e crudo non può fare a meno. A chi ama viaggiare di fantasia, agli altri lo sconsiglierei caldamente, resteranno delusi soprattutto dal potenziale sprecato (recitativo in primis), a vantaggio di una storia cupa quanto poco esaltante.
Scritto da Valentino Cuzzeri di 4Fourzine Magazine
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