Diavolo di una schiappa!

UN BEL FILM PARTE DA UNA SCRITTURA AUDACE E CAPACE. SEMPRE.

Un anello per ghermirli, una schiappa per incatenarli. Ok, so di essere blasfemo per gli adoratori di Tolkien parlando di soldi in questo modo, ma analizzando gli incassi planetari, vediamo come sempre più spesso Davide abbatte Golia. Merito di facebook, vetrina mediale per eccellenza, merito del web in toto, che fa da cassa di risonanza ad ogni progetto. E se questo, pur piccolo, è anche solo un minimo meritevole, allora le sue possibilità sono (quasi) infinite, low budget incluso. Centro del ciclone d’incassi è come sempre l’America, patria del di tutto e di più, del now right now, che nel secolo delle megaproduzioni, premia in sala film minori e più intelligenti come “Diario di una schiappa” (Diary of a Wimpy Kid) di Thor Freudenthal, che uscirà nelle nostre sale il prossimo 27 luglio, seguito il 5 agosto dal sequel Diario di una Schiappa 2, uscito in questi giorni negli Stati Uniti.

Il film è tratto dalla celebre serie, pubblicata in Italia dal Castoro, firmata da Jeff Kinney, il quale con le esilaranti “disavventure” quotidiane di Greg Heffley, lo smilzo e scalzonato protagonista su carta, ha dato vita a un travolgente fenomeno editoriale per ragazzi, che ha contagiato anche gli adulti, fino all’approdo in sala. Che ha sbaragliato il botteghino, umiliando persino il blockbuster “Sucker Punch”, tanto da dover far riflettere molti signorotti che dietro le scrivanie lussuose pianificano e confezionano strategie di marketing. E che molto spesso fanno clamorosi buchi nell’acqua, diciamocelo.

Parliamo di numeri spiccioli. Nel maggio 2009 la rivista “TIME” ha eletto Jeff Kinney tra le 100 persone più influenti al mondo, grazie alla sua capacità di sdoganare il libro anche nei confronti degli adolescenti che non leggono. Nell’ottobre 2009 ha scalzato “il gigante” Dan Brown dalla vetta delle classifiche americane, considerando che ora la serie è pubblicata in 37 paesi e tradotta in 35 lingue direi gran bel colpo di genio per l’autore. Tutto è possibile quindi? Non mi stancherò mai di ripetervelo, l’idea migliore è quella che parte da una solida base di scrittura, poi ci devi mettere del tuo a livello visivo, questo è chiaro. Non bastano gli effetti, non basta il frastuono, serve inchiostro nero su carta bianca.

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