Hai paura del buio: recensione

INTERESSANTE ESORDIO PER IL CREATORE DI “AVERE VENTANNI”

Passato alla Settimana Internazionale della Critica all’ultimo Festival di Venezia, quest’opera prima di Massimo Coppola, noto agli spettatori di MTV per aver creato “Brand New” e la serie “Avere ventanni”, è interessante perché sfugge da certi stereotipi del recente melodramma all’italiana.

Eva è una ragazza di Bucarest che ha appena perso il lavoro: decide di vendere tutto e trasferirsi nel Sud-Italia dove spera di trovare più fortuna. L’incontro con l’operaia Anna, sua coetanea che lavora nella fabbrica Fiat, non parte dapprima con il migliore auspicio, ma lentamente si trasforma in un’amicizia che segna le esistenze dei due personaggi.

La prima cosa che stupisce è il piano-sequenza introduttivo. Dall’alto assistiamo a degli operai che escono dalla fabbrica mentre sentiamo i rumori dei macchinari ancora in azione. Movimenti di macchina arditi e inquadrature dal gusto ‘wendersiano’ abbondano nell’esordio del cineasta salernitano. Anche i dialoghi scritti dallo stesso regista sono realistici e non sono caratterizzati da grida e continui litigi come molti drammi italiani dell’ultimo decennio: i personaggi più giovani sono stati scritti sulla base delle interviste che Coppola ha effettuato nella serie di documentari “Avere ventanni”; da qui si spiega il realismo accentuato di certe situazioni. Il film sembra ispirarsi a certo cinema dell’Europa dell’Est –in linea con il personaggio di Eva- stile “4 mesi, 3 settimane, 2 giorni”. Solo alcune volte l’indugio sui silenzi dei personaggi fa perdere la pazienza: meglio le scene dei paesaggi naturali commentate dai brani dei Joy Division o l’uso di una canzone di Tiziano Ferro (!) in una scena drammatica. Chi l’avrebbe mai detto: “Stop! Dimentica” del cantante romano esce dalla televisione in una delle scene più drammatiche e riuscite del film, creando un accostamento pressoché perfetto.

Frequenti i primi piani sui volti tormentati e bellissimi di Alexandra Perici ed Erica Fontana, attrici che riescono a comunicare lo stato d’animo dei loro personaggi con una notevole abilità.

Insomma ci troviamo davanti non a un film perfetto, ma a un esordio non facilmente definibile che fa ben sperare per il futuro di Coppola. Personalmente gli auguro per il prossimo film di essere meno pretenzioso e scrivere qualche dialogo in più…

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