NIENTE PIÙ SMORFIE, STILLER DIVENTA “UN TIPO” SERIO
Uno dei co-sceneggiatori e amici di Wes Anderson, Noah Baumbach, si era già distinto da tempo nella regia con gli ottimi “Il calamaro e la balena” e “Il matrimonio di mia sorella”, caratterizzati entrambi da uno stile asciutto di vaga ascendenza francese e veramente ‘indie’. “Lo stravagante mondo di Greenberg” è il sesto titolo di questo autore assolutamente da riscoprire e se non offre particolari sorprese a chi conosce almeno parte della sua filmografia è comunque un lavoro che merita attenzione, complice il lavoro del suo protagonista, un Ben Stiller in panni tutt’altro che convenzionali.
Il newyorkese Roger Greenberg è stato appena dimesso dall’ospedale psichiatrico e decide di passare 6 settimane della sua vita a non fare niente se non passare le giornate con l’amico Ivan, prendersi cura del cane del fratello e scrivere lettere di reclamo a praticamente chiunque. L’incontro con l’assistente del fratello Florence lo aiuterà a uscire da questo torpore.
Non si tratta della commedia stile “I ragazzi stanno bene” spacciata dal trailer (per fortuna), ma di un dramma sulla difficoltà di comunicare e di intrattenere non solo rapporti sentimentali, ma vere amicizie. Le buone battute non mancano, ma tutto il film si mantiene sulla strada del film difficile ed esistenziale: chi si aspetta le smorfie di Derek Zoolander o le figuracce di Greg Fotter è meglio che si astenga dalla visione. Stiller qui alla sua prima prova drammatica è strepitoso: riesci a empatizzare con lui fin dall’attimo in cui compare sullo schermo e stai dalla sua parte anche quando fa scelte atipiche, se non assurde. Recentemente mi era successa la stessa cosa per il personaggio di Viggo Mortensen in “The Road”, un altro personaggio che faceva azioni che non condividevo, ma che riuscivo a sentirlo in qualche modo ‘vicino’. E’ ottimo anche il cast di contorno, con la bella Greta Gerwig nel ruolo di Florence, l’inglese Rhys Ifans nel ruolo di Ivan e Jennifer Jason Leigh, ancora radiosa, nella parte della ex del protagonsita. Il titolo italiano in tutto questo è completamente sbagliato, in quanto il mondo di Greenberg è disseminato di ostacoli, traumi e insicurezze, insomma tutt’altro che ‘strampalato’! Ottima la colonna sonora, con lo ‘score’ di James Murphy, leader degli LCD Soundsystem che qui esordisce nelle vesti di solista e realizza almeno un paio di brani memorabili, tra cui il ‘tema’ del film “Please don’t follow me”.
Uscito un anno fa in patria dubito che “Greenberg” farà grandi numeri al botteghino italiano ed è un peccato perché questa pellicola contiene una delle migliori interpretazioni viste di recente sul grande schermo.