Paul: recensione film

ODE ALLA NERD-SCIFI-ROM-COM* PER ECCELLENZA

L’acronimo, che sta per commedia romantica nerd fantascientifica, riassume il concept base del film. La coppia di attori comici più celebre del Regno Unito torna in azione: questa volta dopo essersi cimentati con l’horror in “Shaun of the dead” e il cinema d’azione in “Hot fuzz” Nick Frost & Simon Pegg se la devono vedere con la fantascienza. Questa volta però alla regia non troviamo il talento fuori dagli schemi di Edgar Wright, ma il più convenzionale Greg Mottola (“Superbad”).

Di conseguenza non ci troveremo magari di fronte a quei rutilanti giochi di montaggio e alle battute tipicamente inglesi, così caratteristiche del cinema di Wright, bensì davanti ad un film più classico e meno british dove, oltre alle gag, contano i sentimenti.

La storia dei due nerd che durante la loro strada incontrano l’alieno dalle insolite abitudini Paul, infatti rimanda subito alle atmosfere tenere dell’ET di Spielberg o a cult anni ’80 come la saga di “Corto circuito”, film in cui era impossibile non provare empatia con lo straniero in fuga dall’esercito (o dagli scienziati), che finisce per rifugiarsi tra gruppi di sognatori solo apparentemente asociali, per poi trovare la salvezza. “Paul” appartiene quindi a un filone già noto, ma con alcune modifiche di rilievo -come l’intero contesto ‘nerd’ a cui appartengono i protagonisti- riesce a offrire allo spettatore un modo originale per divertirsi. Merito soprattutto di un gruppo di personaggi azzeccatissimi, con l’inserimento dei temibili agenti FBI, tra cui il Jason Bateman di “Juno”, e la ragazza cattolica anti-darwiniana che di fronte all’alieno sarà costretta a rivedere le proprie convinzioni; un personaggio che poteva cadere facilmente nel macchiettistico, ma riesce ad avere un valore aggiunto grazie all’interpretazione di Kristen Wiig. Paul nella versione italiana non è supportato da un doppiaggio all’altezza, ma è uno di quei personaggi che per la propria schiettezza e anticonvenzionalità conquista subito lo spettatore. E quando si giunge al momento dell’addio con questo personaggio non si puo’ far altro che commuoversi, proprio come accadeva in quei classici della fantascienza da cui regista e sceneggiatori hanno preso ispirazione.

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