Poupoupidou: recensione black comedy

PRESENTATO AL FESTIVAL DEL CINEMA FRANCESE DI ROMA, ORIGINALE E SPIAZZANTE

Per chi si chiedesse fin da subito il significato del titolo, sappi che una delle canzoni più famose di Marylin Monroe faceva più o meno così: “I wanna be loved by you, just you, nobody else but… you, poupoupidou”.

David è un apprezzato scrittore di gialli che arriva nella minuscola città di Mouthe per incassare l’eredità –alquanto parca- del padre appena morto. Nello stesso periodo la star televisiva Candice Lecoeur viene trovata morta sotto la neve. David decide di indagare e scopre delle analogie straordinarie tra la vita di questo affascinante personaggio e quella della diva Marylin.

L’esordio di Gérald Hustache-Mathieu fin dalle prime scene mescola abilmente atmosfere magiche felliniane (citato esplicitamente in una scena), una suspence degna della migliore letteratura noir a partire dal contemporaneo Ellroy e un umorismo grottesco che ricorda i fratelli Coen. Un mix insolito che tiene incollati alla poltrona per tutta la sua durata: merito di una sceneggiatura compatta che sa essere originale, senza dimenticare i canoni fondamentali del cinema di genere, ma anche di un cast che sa sorprendere di continuo. Lo spaesato Jean Paul Rove, nei panni dello scrittore che s’improvvisa detective, per la sua goffaggine ricorda una versione matura del personaggio di Brad Pitt in “Burn After Reading”, che era, guarda caso, uno sportivo senza cervello che voleva diventare ‘qualcosa’ tra il truffatore e l’investigatore. Notevoli sono anche i personaggi di contorno tra cui un poliziotto che studia i metodi dell’FBI per poter entrare un giorno nella polizia canadese e una custode di un albergo che fa di tutto per conquistare il protagonista non riuscendoci mai. Ma il nucleo del film è il personaggio della bella Sophie Quinton, un’attrice divisa tra più amori che narra la sua storia da morta (vi ricorda qualcosa?). Bella anche la colonna sonora con brani dei Sonics, il gruppo francese Ava e una cover del classico “California Dreamin”, tema di un altro film di cui abbiamo parlato recentemente.

In sostanza, “Poupoupidou” è una black comedy tra le cose più originali viste nel recente cinema francese. Peccato che sia diretto da un regista troppo oltre per essere apprezzato da tutti e per essere distribuito sul suolo italico.

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