BOTTA E RISPOSTA CON UNO SCENEGGIATORE ITALIANO IN CARRIERA
Film 4 Life svela nuovi talenti. La voglia è quella di interrogarsi sullo stato di salute del nostro cinema, dare voce ai protagonisti, questa volta reali, di un movimento che fatica ad esprimersi attraverso nuove leve. Per questo motivo abbiamo “incontrato” Emiliano Ravenna, giovane sceneggiatore che si è occupato dell’ufficio stampa del MIFF, quasi a completare la sua parabola di sceneggiatore e scrittore: la sua reale passione. Sentiamo cosa ci ha raccontato…
DOVE HAI TROVATO LE ISPIRAZIONI PER DIVENTARE SCENEGGIATORE?
Diciamo che ho sempre scritto, per lo meno nella mia testa “poi è arrivata lei..il cinema”. Il fatto di scrivere è qualcosa di assolutamente naturale si può sicuramente migliorare ma bisogna essere predisposti. L’ispirazione vera e propria si trova dentro se stessi nel voler comunicare qualcosa agli altri, in questo caso lo si fa in termine cinematografico, cioè in video. Mi tocca profondamente vedere attori che si atteggiano e ripetono le mie battute e circostanze che fino a poco prima facevano soltanto parte di un racconto scritto.
RITUAL E’ L’ULTIMO FILM CHE HAI SCRITTO, DIRETTO DA MAURIZIO NARDELLI, COME NASCE L’IDEA DI QUESTO THRILLER?
Si, no è l’ultimo, ce ne sono diversi che stanno per essere realizzati. Ad esempio proprio In questi giorni stanno girando un film di genere Fantasy/action che ho sceneggiato insieme al regista Henry Secchiaroli ma per il momento non posso dire di più perché mi ammazzano! Tornando a Ritual mi è stato proposto il soggetto dal quale sono rimasto affascinato da subito e ho deciso praticamente in automatico di sviluppare la sceneggiatura per via della storia reale (così si dice) e che nessuno conosce, parliamo di qualcosa di occulto e terribile che accade qua da noi, il territorio Italiano è pieno di misteri e questo è uno di quelli, forse l’unico che non si consce.
QUALI SONO LE PRINCIPALI DIFFERENZE RISPETTO AL TUO PRECEDENTE LAVORO, NOVEMBRE?
Ogni storia ha il suo perché, anche se sembra banale dirlo una persona vede un film e ne può rimanere affascinata o meno. Novembre era un prodotto da consumare così come era stato scritto, un genere noir/splatter senza ne..ma ..forse. Una storia quotidiana di oggi con personaggi reali con i quali conviviamo tutti i giorni. Il meccanismo è più o meno in stile “soap americana” dove ci sono scene corte e personaggi che entrano ed escono , racconta qualcosa che diamo per scontato ma che in realtà non lo è, basta leggere giornali.
5.IN ITALIA, MOLTO SPESSO, LA SCENEGGIATURA E’ SPESSO RELEGATA IN SECONDO PIANO.
Si purtroppo questo è vero, ma bisogna calcolare che senza una sceneggiatura non esistono film. La sceneggiatura è la base di ciò che poi uno spettatore andrà a vedere in video. Una volta le sceneggiature venivano seguite da più persone, ognuna si dedicava al proprio settore i dialoghi, la narrazione, lo sviluppo dei personaggi e quant’altro, c’erano sicuramente dei conflitti ma comunque positivi e il prodotto risultava perfetto in ogni sua forma. In Italia funziona in modo artigianale, il regista scrive una storia e poi magari si consulta con uno sceneggiatore che non ha troppo spazio per mettere le proprie idee o i propri meccanismi perché la storia ha già i suoi parametri da seguire.
HAI AVUTO DIFFICOLTA’ CON IL REGISTA?
In nessun caso ho difficoltà con i registi che siano predisposti a eventuali variazioni dei loro lavori, non parlo di stravolgere il racconto non è mai il caso di farlo, ma ad esempio renderlo più filabile. Io credo che il regista anche se autore di una storia debba in qualche modo affidarsi a uno sceneggiatore, succede in tutti i campi che ci siano i ruoli, ognuno deve fare quello che gli compete. Personalmente mi affido molto al mio istinto se la cosa mi interessa la sviluppo altrimenti non accetto, poi come dicevo prima nel caso di “Ritual” non ho avuto nessuna difficoltà proprio perché il regista mi ha soltanto indicato l’argomento che voleva trattare, per intenderci come fosse un normale colloquio tra due persone. Da lì io ho creato la storia seguendo soltanto l’argomento ,i personaggi e le situazioni di ciò che si voleva raccontare. Non ho seguito una linea specifica, ma ho scritto capitoli poi rimettere tutto insieme e delinearla definitivamente. La difficoltà è sempre quella di far quadrare tutto nei dettagli rispondendo a tutte le domande che lo spettatore si fa durante il suo viaggio.
QUAL E’ LO STATUS ATTUALE DEL CINEMA ITALIANO?
Ma per il cinema italiano come per tutto il mondo del cinema globale è un momento difficile. Purtroppo in Italia si sono create delle “regole” che una persona che vuole fare cinema deve perennemente seguire a partire dal creare qualcosa che sia assolutamente commerciale e sicuro il che non lascia spazio per altre visioni che magari abituando lo spettatore potrebbero risultare vincenti, invece andiamo a prendere prodotti all’estero pur avendo artisti e tecnici di una qualità eccellente, da noi dettano le condizioni dicendoti “ok lo facciamo ma questo bisogna cambiarlo perché non funziona e quest’altro anche” facendo perdere tutto il suo sapore e per di più non è un personaggio come Tonino Guerra che lo dice ma gente che ha competenze diverse nel cinema. Bisognerebbe aprire di più le sale a film non commerciali, conosco artisti che fanno veramente dei capolavori e non hanno nessun tipo di distribuzione in Italia.
7.COME POTREBBE EMERGERE OGGI UN ESORDIENTE?
Prima di tutto credere assolutamente in se stessi altrimenti “per quale motivo qualcun altro dovrebbe credere in te” seguire il proprio istinto senza mai cadere in compromessi ,escludendo magari il consiglio di gente competente del cinema, se la storia la vedi così falla così sarà poi il pubblico a dire che non funziona e lì ne prenderai atto e farai i conti tu ma comunque ti servirà di esperienza. Poi è fondamentale studiare i meccanismi di una scrittura cinematografica e confrontarsi sempre anche con chi la pensa diversamente da te, studiare sempre. Immergersi in storie che magari non sono di gradimento aiuta a sviluppare la creatività, se per esempio a uno piace il genere noir deve anche sperimentare altri generi diversi. Solo il regista può decidere un suo genere ma perché poi sarà lui a ricreare lo stato d’animo del film, lo sceneggiatore deve essere aperto a tutti gli argomenti e se necessario ne deve trovare altri.
E IL FUTURO CHE COSA RISERVA AD EMILIANO RAVENNA?
Il futuro riserva molte cose che poi vivendole lo fa cambia in continuazione e ne fa scoprire altre più belle e più brutte.è importante ciò che accade nella vita di uno sceneggiatore, questo crea lo stato d’animo che poi ti fa scrivere storie che in un modo o nell’altro emozioneranno o meno ma comunque toccheranno altre persone, e questo e ciò riserva anche il mio futuro.