JIM CARREY IN FORMISSIMA, GLI SCENEGGIATORI MOLTO MENO
C’è stato un periodo tra gli anni ’60 e ‘70 in cui la Disney produceva commedie per famiglie con uomini e animali che dapprima si scontravano, poi, dopo mille disavventure, riuscivano a formare una sorta di nucleo familiare. Film che, anche se un po’ datati, possono apparire deliziosi ancora adesso come “FBI: Operazione Gatto” o “8 bassotti per un Danese”. Il nuovo film di Mark Waters (“Mean Girls”) sembra rifarsi proprio a questo filone, ormai estinto da tempo.
Mr. Popper è uno squalo del mercato immobiliare, uno che compie il suo lavoro in modo impeccabile, accattivandosi la fiducia dei propri boss senza scrupoli, ma che non è altrettanto bravo con le relazioni sociali, visto il suo recente divorzio e il rapporto con i figli (specialmente con la figlia adolescente) che è vicino al disastro. Un giorno riceve in eredità dal padre un pacco con dei pinguini: dapprima è confusione totale per il povero imprenditore che si ritrova l’appartamento in piena Manhattan distrutto dalle piccole creature, poi scopre che puo’ rigirare la cosa a suo favore, riconquistando l’affetto della famiglia…
“I pinguini di Mr. Popper” è esclusivamente un mezzo per far esprimere al meglio la forza e il carisma comico di Jim Carrey, che negli ultimi anni non si è affatto rammollito. Il film è sostanzialmente la versione con animali di “Bugiardo bugiardo”, altra pellicola per famiglie in cui un avvocato devoto al proprio lavoro cercava di riconquistare la fiducia del figlio, pur vittima di un incantesimo che lo costringeva sempre a dir la verità. Qui la morale è sostanzialmente la stessa e anche l’ambiente lavorativo del protagonista non è tanto distante da quello rappresentato nella vecchia pellicola di Shadyac. In più in questo film abbiamo un gruppo di pinguini –fortunatamente non parlanti- tutto sommato credibili che ne combina di cotte e di crude e riesce a calmarsi solo di fronte alla visione in tv dei classici di Chaplin (…): è dall’interazione tra questi piccoli animali e Carrey che escono i momenti più divertenti del film, come quello svolto al MOMA, da manuale.
Notevoli anche i duetti tra l’ex Ace Ventura e la Signora in Giallo, Angela Lansbury, ancora in viva forma, nonostante l’età.
Il film è divertente, nonostante il finale smielato e il comportamento ‘televisivo’ dei ragazzi –capaci di darsi il cinque gridando insieme SI-, a mio parere, alquanto irreale. Si sarebbe richiesta una maggiore incisività agli sceneggiatori, ma forse in questo modo si rischiava di tralasciare il pubblico di riferimento: i bambini.