ANALISI DEL REMAKE DEL FILM DI CARPENTER IN PROSSIMA USCITA
Per sopravvivere siamo abituati ad imitare la realtà che ci circonda sin dalla nascita. Ci adattiamo a situazioni gestibili o meno, adeguandoci allo scorrer del tempo che cambia e muta le cose in profondità. Perdiamo tale potere quando di mezzo c’è una contaminazione, il cambiamento è fisico e avviene al nostro interno tramite un’influenza esterna, che di solito non è mai una sensazione positiva, ma l’insidiosa modificazione coatta.
Una mutazione che inizia lentamente e tende a sopraffare l’essere umano (ma non solo), imitandone le gesta e i comportamenti sociali, nonché ottenendone una propria viscerale razionalità con cui regola la propria sopravvivenza in ogni ambiente ostile.
La Cosa rappresenta una variazione anomala nella sequenza delle basi in una molecola di DNA, ma di natura extraterrestre. L’alieno di Carpenter, qui attuale remake, è infatti una creatura ostile, che vive, prospera e cresce nutrendosi della mancanza di fiducia dell’uomo verso i suoi simili.
Accade che ognuno guarda il proprio vicino con sospetto, perché forse egli non è quello che appare. Antipatie e tensioni preesistenti vengono amplificate e giustificate, non c’è nessuno di cui ci si possa fidare, nessuna empatia possibile tra gli esseri umani.
Il terrore inizia a serpeggiare nella base antartica, la contaminazione è iniziata, ogni componente diffida dell’altro, perché la “cosa” è in grado di assimilare chiunque. La mutazione adattiva rientra nel concetto di Evoluzione di ciascuna specie, detta anche polimorfismo, fenomeno di apprendimento e successivo adattamento che di solito impiega millenni di mutazioni, prima di rendersi manifesto. Ma la “cosa” vuole soprattutto sopravvivere e lo farà velocizzando agli estremi questo processo, cambiando almeno una dozzina di forme e aspetti, in un continuo divenire, una metamorfosi della realtà sempre totalmente diversa dalla precedente. Umani vs alieni, una specie che vuole prevalere, o meglio sopravvivere all’altra, con tutti i mezzi a propria disposizione.
Attraverso il conflitto, attraverso l’opposizione è chiaro come solo stando ai cambiamenti che la perfezione naturale apporta al nostro organismo si cela l’unica possibilità dell’universale sopravvivenza dell’uomo. Imitando la cosa.