Lanterna verde: recensione

PREVEDIBILE SIN DAL PRINCIPIO, IL CINE-COMIC FA FIASCO TOTALE

Non tutte le ciambelle riescono con il buco. Sembra difficile trovare parole diverse per provare ad immaginare cosa abbiano pensato ai piani alti della Warner Bros. Arriva domani nelle sale nostrane, l’ennesimo super eroe made in USA, il semisconosciuto (almeno in Italia) Lanterna Verde.

E se le premesse sono quelle degli incassi nel mercato americano, allora è meglio prepararsi al peggio. Ryan Reynolds, dà le sembianze ad Hal Jordan, spericolato pilota di caccia, in cerca di nuovi limiti di velocità da battere, ma soprattutto di una vita meno squilibrata.

Fa lo spaccone sul lavoro e con le donne, dimostrandosi o perlomeno dichiarandosi senza paura. Ma nei suoi occhi ha ancora le fiamme dell’areo del padre che viene distrutto dopo un incidente. Il suo capo è la bellissima Blake Lively, per l’occasione mora, amica d’infanzia ed unico antidoto alla sua irruenza senza freni.

Dalla spazio Hal riceverà in dono l’anello del potere, alimentato da una misteriosa lanterna verde chi gli consente di realizzare tutto quanto riesce a pensare e immaginare.

L’anello, di proprietà di un guardiano della lanterna in fin di vita, lo scegli perché vede in lui grandi potenzialità. Sarà la Lanterna umana in grado di rispettare queste attese ed essere all’altezza di tutti gli altri possessori di anello che difendono il nostro universo?

Il film ripropone stancamente la favola dello scontro tra il bene ed il male.

Volontà e coraggio contro paura e inerzia. La storia dell’anello alimentato dalla volontà umana sembra adatta soltanto per un pubblico di minorenni, i veri amanti del fumetto. Sullo schermo tutto appare scontato.

Gli effetti speciali, pur se di pregevole fattura, non contribuiscono all’effetto stupore.

Nel nostro immaginario collettivo in cui Batman (altra creazione Dc Comics) e Spiderman la fanno da padrona, non c’è posto per questo super eroe, specie con una sceneggiatura così scarna e mal scritta.

Il film ha l’attenuante di dover raccontare in poco tempo, le canoniche due ore, genesi ed evoluzione di un nuovo personaggio, ma alla fine tutto sembra dirigersi in un rinfusa rincorsa verso l’epilogo. Peccato che anche lo scontro finale, solitamente momento clou di tutta la storia, si risolva in pochi frammenti di pellicola.

Forse la ciambella riuscirà meglio nel prossimo episodio, già confermato dalla major americana, per ora, meglio dedicarsi ad un altro tipo di cucina.

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Onnivoro cinematografico e televisivo, imdb come vangelo e la regia come alta aspirazione.
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