NON VERGOGNATEVI DI NOI, SIAMO LA FAMIGLIA GALLAGHER
Nei giorni scorsi ci siamo occupati della nuova stagione seriale al via nelle prossime settimane sulla tv in chiaro. Nell’era digitale non bisogna però dimenticare le numerose nuove visioni in arrivo via satellite. Ci occupiamo in questo spazio di una piacevole novità in inda da ottobre su Mediaset Premium, canale Mya.
Dimenticate tutti gli stereotipi della perfetta famiglia americana, stiamo parlando dei Gallagher, il nucleo familiare più squinternato degli ultimi anni.
Ambientata in una Chicago alle prese con la crisi economica contemporanea “Shameless” (letteralmente senza vergogna) segue le vicende della dinastia Gallagher nella quotidiana avventura della sopravvivenza, tra problemi di alcolismo, turbe sessuali e debiti mai pagati.
Il capofamiglia Frank, un bravissimo William H. Macy, passa la maggior parte del suo tempo a bere, ubriacandosi ad ogni ora del giorno e finendo per dormire il più delle volte sulla prima superficie orizzontale disponibile dopo l’ennesima birra.
A ricoprire il ruolo della madre in questa piccola comunità di 6 figli, vista la perdurante assenza della titolare del ruolo, provvede la primogenita Fiona (Emmy Rossum). Costretta ad arrangiarsi tra lavori ed espedienti per prendersi cura dei cinque fratelli, la sua vita sembra cambiare in meglio dopo l’incontro con Steve (Justin Chatwin), il bello e dannato di turno, che porterà ulteriore avventura, oltre che costosissime macchine da corsa, nella sua vita.
A completare il quadretto familiare i due fratelli maggiori Ian e “Lip”, che tra uno spinello, una scopata, qualche piccolo furto e una storia gay, mantengono fede al titolo della serie.
Il pregio di Shameless è quello di affrontare senza troppi fronzoli temi scottanti e spesso tabù, attraverso il registro tipico dell’humour britannico. La serie, in realtà, altri non è che un remake dell’omonima creata da Paoul Abbot ed andata in onda nel 2004 nel Regno Unito. Per la versione americana si calca un po’ la mano, si esagera volutamente, ma almeno dichiarando sin da subito gli intenti.
Non tutti i personaggi sono però eroi negativi, cattivi esempi da non imitare.
In fondo, tra crisi e piccole gag, si racconta con ironia come anche nelle estreme difficoltà si possa andare avanti nelle tante disavventure della vita, quando la si riesce, anche dopo l’ennesima birra, ad afferrare con il giusto piglio.
Consigliatissimo per tutti gli orfani di Nip/Tuck, in astinenza, come il sottoscritto, da quell’unpolitically correct che nella nostra televisione stenta ancora ad essere sdoganato. Per fortuna che ci pensano da oltreoceano.