ELLEN PAGE E PATRICK WILSON IN UN FILM SHOCKANTE CONTRO LA PEDOFILIA
David Slade, regista di “Eclipse” nel 2005 diresse un piccolo thriller low budget, uscito in Italia solo in homevideo, dal titoto “Hard Candy”. Ellen Page è una quattordicenne, Patrick Wilson un trentatreenne. Lei è una studentessa, naturalmente, lui un fotografo affermato. Si conoscono in un chat. Si incontrano in un bar.
Un caffè e una torta al cioccolato. Flirtano.
Lei è dolce e ingenua. Lui gentile e premuroso.
Si avviano insieme a casa di lui.
Le cose cominciano a complicarsi.
Lei lo droga.
Lo accusa di essere un pedofilo, di raggirare minorenni, di averne perfino uccisa una.
Lui nega. È solo un fotografo! Voleva solo essere gentile!
Lei si trasforma, fotogramma dopo fotogramma, in un carnefice senza scrupoli.
Lo tortura. Lei: viso innocente ma animo crudele. Lui? Un lupo con la maschera da pecora?
Questo è il dubbio che lo spettatore si trascina dietro per tutta la durata del film. La teenager fa proprio paura: sembra un inquisitore senza alcuna remora. Non fa altro che accusare e minacciare e tagliuzzare e accusare di nuovo.
Lui non fa altro che negare e piagnucolare e negare ancora. Fino alla fine. Quando la verità verrà fuori.
Ma sarà la verità? Quanto può resistere una persona sotto tortura? Voi dopo quanto cedereste? Ammettereste qualunque cosa pur di far finire l’orrore?
Non è certo uno degli argomenti più leggeri da trattare.
Coraggioso il soggetto: un sospetto pedofilo e una bambina.
Una casa isolata. Una “partita” giocata interamente in due.
Gli attori si muovono con disinvoltura anche nelle scene più impegnative. I campi cortissimi incorniciano le espressioni dei protagonisti con estrema violenza e realismo. Assistiamo quasi in diretta, impotenti, alle scene furiose e brutali. Chiusi in quella casa. Vorremmo quasi intervenire ma…
I ruoli cambiano in continuazione con un susseguirsi di colpi di scena, dopo un’apertura lenta eppur inquietante. La tensione non fa altro che crescere senza un attimo di respiro. La pecorella ha finalmente chiuso il lupo in una morsa o è una pecorella completamente fuori di testa che cerca senza sosta una vittima per giochi perversi?
Lento ma ci toglie il respiro. Luminoso ma cupo. Verità e menzogna. Innocenza e colpa. Follia e lucidità. Dubbio e certezza. In questo film gli opposti convivono in ogni scena, in ogni personaggio e noi, confusi, assistiamo a un orrore fittizio ma dal gusto amaro, reale.