L’OPERA DI PADDY CONSIDINE STORDISCE E SEDUCE LO SGUARDO
Il film è stato accolto trionfalmente al Sundance Festival 2011, dove sono state premiate la regia e le straordinarie performance dei due attori protagonisti (Peter Mullan ha vinto, tra gli altri, il premio per il miglior attore a Cannes nel 1998 per My Name is Jo e di Ken Loach). Joseph (Peter Mullan) è un vedovo, disoccupato e alcolista, tormentato e autodistruttivo. L’incontro inaspettato con Hannah (Olivia Colman), imprigionata in un matrimonio infelice e violento, offre a Joseph una possibilità di redenzione. Tra i due nasce un legame di amicizia e amore, un legame che aiuterà entrambi a prendere coscienza di loro stessi e delle loro vite. Il debutto alla regia di Paddy Considine, celebra, con un opera rigida e cruda, la redenzione dell’animo umano.
La presenza del regista non irrompe all’interno della sceneggiatura e risulta poco vivida e marginale, come una uno sguardo poco invasivo ma onnipresente, ci mostra come la paura e la rabbia, il risentimento e il dolore, la felicità e il coraggio, siano binomi collegati e caratterizzanti l’essere umano. Un film pulito, senza fronzoli, che non esplicita il contingente, un opera fredda nelle ambientazioni asettiche seppur cittadine, una fotografia ruvida e fredda, un sapiente uso della macchina a mano, i colori desaturati e freddi che ben rispecchiano lo stato d’animo dei protagonisti. Una splendida interpretazione di Peter Mullan, che pennella un personaggio difficile, in cerca di redenzione e in balia inevitabilmente del suo passato e dei suoi istinti.
La drammaticità della storia si sviluppa attraverso una forte connotazione realistica, lontana da qualsiasi forma di artificiosità, e con esemplare tensione emotiva. Un dirompente debutto alla regia dell’attore Paddy Considine che come i passi di un “Tyrannosaur” “incresperà” l’ imperturbabile attenzione dello spettatore pervadendolo di inquietudine e conducendolo verso una profonda riflessione interiore.
Valentino Cuzzeri (4Fourzine, nostro partner online!)