17 ragazze: recensione film

LA DECISIONE DI UN GRUPPO DI STUDENTESSE CHE VOGLIONO ESSERE INDIPENDENTI, RISPETTATE E ACCETTATE

“Ispirato a fatti realmente accaduti nel 2008”, ci dice una didascalia durante i titoli di testa. Questo strano fatto avviene in una piccola città francese sull’Atlantico, o meglio, all’interno di uno dei licei della città. Diciassette ragazze decidono di rimanere incinte più o meno nello stesso periodo, incentivate dall’entusiasmo di Camille che vede il bambino in arrivo non come una minaccia al suo futuro di donna affermata ma come una risorsa che l’accompagnerà per tutta la vita. Il gruppo di giovani donne ha intenzioni serie: cresceranno i loro bambini tutte insieme, si aiuteranno a vicenda, saranno indipendenti. Le intenzioni sono però decisamente utopistiche, dato che le ragazze sanno nulla o quasi di quello che le aspetta, sanno solo quello che non voglio e cioè essere come i loro genitori, troppo vecchi e severi o totalmente assenti.

Le due autrici di 17 ragazze, le sorelle Delphine e Muriel Coulin, scelgono di non fare un film che procede per azioni ma di mostrarci delle situazioni, spesso senza che accada nulla di significativo. Composta da inquadrature lunghe e silenziose, la pellicola in questione si potrebbe definire “riflessiva” perché lo spettatore ha il tempo materiale necessario a capire bene quello che vede ed entrarci con gli occhi e con il cuore. Il commento musicale aiuta in questa operazione rimanendo diegetico (ovvero giustificato dagli eventi del racconto), non ci sono musiche o suoni che vengono dal nulla ma sempre da uno stereo o da un’autoradio.

La regia delle due sorelle francesi è quasi documentaristica, fatta di inquadrature spesso non preparate in precedenza: sembra quasi che la macchina da presa vaghi senza sapere di preciso cosa riprendere, il quadro non ha confini netti. Come in un documentario, massima espressione audiovisiva della ricerca della “realtà”, l’occhio meccanico si accende e aspetta che accasa qualcosa di interessante che possa catturare la sua attenzione. La sensazione che si prova guardando 17 ragazze è proprio quella di non assistere alla proiezione di un film, non sembra finzione costruita artificialmente, ma una storia vera che stiamo guardando perché ci è capitata davanti agli occhi.

Le ragazze che interpretano le protagoniste sono molto brave e va ricordato che la maggior parte di loro non aveva mai messo piede su un set. Forse è stata proprio la loro scarsa conoscenza in tema di recitazione a far uscire tutta la loro freschezza e la loro spontaneità.

Il film indaga in qualche modo sulle motivazioni al gesto delle ragazze ma lascia molto spazio all’interpretazione e al giudizio dello spettatore. La bellissima sceneggiatura offre diverse motivazioni in forma di stimoli alla riflessione, che durano appena il tempo di una sequenza. Il pubblico è chiamato a comprendere fino in fondo le cause di questo singolare avvenimento e, è inevitabile, alla fine dello spettacolo avrete molto di cui parlare.

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