Academy awards 2012: cosa vi siete persi

ARCHIVIATA L’EDIZIONE NUMERO 84 DEGLI OSCAR, UNA MARATONA MEDIATICA DI QUASI 5 ORE, ECCO UN RESOCONTO DELLA SERATA

New York. Appena chiuso il sipario, e con ancora i titoli di coda sullo schermo, l’impressione è quella di aver assistito ad una cerimonia che rimarrà a lungo impressa nelle menti degli spettatori. Un ritorno al passato e ad una spettacolarizzazione dello show, che hanno dato ritmo a quella che, come ha ricordato Billy Crystal, è in sostanza una “autocelebrazione degli individui più famosi, ricchi ed invidiati” del pianeta.

Gran merito di questo ritrovato slancio comico va proprio all’host di turno, un visibilmente invecchiato Crystal, che alla sua nona conduzione in carriera ha posto le basi per raggiungere cifra tonda. I primi minuti della serata si trasformano così in un suo monologo: prima con una lunga clips in cui compare grazie alla computer grafica in alcune sequenze dei movies più rappresentativi dell’anno, poi con il suo classico siparietto in stile musical nel quale introduce i nove film candidati alla statuetta. Touché…

Non poteva chiedere di meglio Dante Ferretti che festeggiare un altro Oscar nel giorno del suo compleanno. E’ ancora una volta lo scenografo italiano a rappresentare il meglio del nostro paese oltreoceano, ricevendo la prima statuetta della notte per il suo lavoro nel pluripremiato Hugo di Scorsese.

La serata scorre poi veloce, nonostante gli infiniti spot pubblicitari, tra un’esibizione memorabile del “Circ du Soleil” ed i classici siparietti degli attori chiamati ad annunciare i vincitori. Particolarmente ispirati Robert Downey Junior, che scherza con Gwyneth Paltrow facendo il verso ad Iron Man e porta sul palco uno stedycam personalizzato, ed l’inedito duo Diaz-Lopez che si divertono a fare le sexy dive.

Impacciato e visibilmente sopraffatto dall’emozione il regista Hazanavicius, chiamato sul palco per il discorso dopo la vittoria come miglior Director. Preso dal momento (“Sono il più felice del mondo”) non smetteva più di ringraziare produttori, parenti, amici e  vicini di casa…      

Giunta alla 17 sima nomination è apparsa invece un po’ costruita la reazione della pur grande Maryl Streep. E’ sembrata troppo eccessiva la sua espressione per un Oscar che sembrava già assegnato. Per fortuna il suo discorso è invece stato molto toccante con un sentito ringraziamento a tutti i colleghi che hanno aiutato la sua carriera.  

Altro momento catalizzatore dell’attenzione nazional popolare è stato il tanto chiaccherato Red Carpet. In America il live dello show iniziava alle 7 di sera. Un’ora e mezza di interviste spesso banali al divo/a di turno, per mettere in mostra look e abiti firmati . Si sono distinte per lo stile Natalie Portman, in rosso vintage di Dior, Penolope Cruz, in un lungo abito ciclamino, e la giovane star Emma Stone che, incurante del rosso del tappeto e dei suoi capelli, ha sfoggiato un abito fucsia molto elegante. Degna di nota e subito alla ribalta nei tormentoni di Twitter anche la mitica Angelina. Stanca forse di essere all’ombra del marito, candidato come miglior attore, ha tirato fuori dall’armadio un abito scuro con spacco vertiginoso e gamba in bella mostra per gli scatti dei fotografi. Peccato però che il pallore eccessivo e i numerosi trattamenti di botox la rendessero più simile ad una statua di cera che un essere umano in carne ed ossa.

Sempre sul tappeto rosso si è consumata una piccola vendetta personale. Sacha Baron Cohen, nel cast di ‘Hugo Cabret’, è riuscito a presentarsi vestito come il dittatore del suo ultimo film, il Generale Aladeen, nonostante le raccomandazioni dell’Academy sull’evitare pubblicità ai film non nominati. Ordinari imprevisti di una serata fuori dal comune…

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Onnivoro cinematografico e televisivo, imdb come vangelo e la regia come alta aspirazione.
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