RIEVOCAZIONE PERFETTA E PRECISA DEL ROMANZO BEST SELLER DI SELZNICK
158 disegni e 24405 parole questo è ciò che contiene, come viene scritto alla fine del racconto dallo stesso autore-disegnatore Brian Selznick, il libro “La fantastica invenzione di Hugo Cabret” dal quale, per la regia di Martin Scorsese, è stato tratto il film in 3d, il primo del regista statunitense, “Hugo Cabret” nelle sale italiane dallo scorso 3 Febbraio.
Quando uscì nel 2007 il romanzo venne già descritto come un libro unico, un intreccio perfetto tra romanzo, grafic novel e cinema, sarà per questo che il lavoro di Scorsese ha reso alla perfezione la magia del testo e delle sue immagini portando la pellicola ad essere candidata a ben 11 premi Oscar.
La storia che narra dell’orfano Hugo è la sintesi perfetta dell’avventura e del mistero: c’è un enigma da risolvere sulla vita del padre del protagonista e i mezzi per farlo sono una chiave, un taccuino e un automa e c’è una compagna di avventura perfetta che è la particolarissima Isabelle.
Scorsese è stato perfettamente in grado di rievocare sul grande schermo una storia non semplice e meravigliosamente visionaria. Complice un testo che già voleva subodorare di cinema e che Méliès e la sua opera ha voluto omaggiare. La moderna tecnologia si unisce ad abiti d’epoca e ad una storia modernissima ambientata nel passato e la tecnologia stessa viene sfruttata per ricreare un mondo di inizi 900′ volutamente eccessivo allo stesso modo in cui, nel romanzo, un autore contemporaneo è riuscito ad ambientare il frutto della sua fantasia nel passato senza per questo rendere la storia antica, anzi.
La poesia del romanzo non si perde nelle scene del film ma viene sottolineata e la dichiarazione d’amore verso la settima arte che è il fulcro dell’opera di Selznick viene ripresa egregiamente da Scorsese. Come il romanzo da cui la storia del piccolo Hugo è tratta va guardato nei disegni che spesso prendono il posto delle parole questo film va letto, e letto attentamente per essere capito.