PRESENTATO FUORI CONCORSO, IL FILM DI DARLDRY RACCONTA L’11/9 VISTO DAGLI OCCHI DI UN BAMBINO
Jonathan Safran Foer è un autore che fa spesso parlare di sé e delle sue pubblicazioni. Non è certo uno scrittore che ignora l’ambiente che lo circonda, anzi, ne fa la materia prima delle sue riflessioni. Così accade per i romanzi Everything is illuminated (2002) e Extremely Loud and Incredibly Close (2005), diventati dopo poco tempo dei film di rilievo.
Alla trasposizione dell’opera sull’11 settembre 2001 ha pensato Stephen Daldry, presentando la pellicola omonima alla 62ma Berlinale, fuori concorso. L’esuberante piccolo protagonista, interpretato dall’attore rivelazione Thomas Horn, si avvicina molto allo spirito del suo alterego nel romanzo; l’adattamento cinematografico dunque, non costituisce uno stravolgimento della versione originale ma un omaggio.
Nella prima parte del film, Daldry maneggia in modo sicuro lo script che lo sceneggiatore Eric Roth gli ha messo a disposizione anche se, con l’avanzare della storia, sembra che l’operazione gli sfugga di mano. Il risultato è comunque molto buono, commovente e coinvolgente, anche grazie alla presenza di Horn, Hanks e un Max Sydow da Oscar.