A LIVELLO CINEMATOGRAFICO ATTUALE NON ESISTE PARTITA TRA I DUE PAESI “RIVALI”
Chi tiene a determinati discorsi l’orgoglio viene prima di tutto, soprattutto quando si lega ad una rivalità fraterna, anzi di secondo grado di parentela, come quella che si è sviluppata negli anni tra Italia e Francia. Ora è il momento di dirlo, ammetterlo e gettare lo scacco a tappeto: i nostri cuginetti ci hanno sorpassato alla grande, cinematograficamente parlando.
Brucia, lo sappiamo, ma il discorso e le ammissioni legate all’evidenza hanno una natura temporale davvero troppo estesa, per esser precisi nell’individuazione delle sue radici. Radici, nel caso tricolore, non annaffiate a dovere. Proviamo a riprendere in mano la storia. Il termine Nouvelle Vague apparve per la prima volta sul settimanale francese “L’Express” il 3 novembre 1957, in un’inchiesta sui giovani francesi a firma di Françoise Giroud e fu il primo movimento cinematografico a testimoniare in tempo reale l’immediatezza del divenire, la realtà in cui esso stesso prende vita.
Perché ne stiamo facendo cenno? Perché oggi è giusto parlare di NEW nouvelle vague, ossia una nuova onda nuova che partendo dalla Francia travolge botteghini di mezzo mondo, alternando prodotto indie a lavori più commerciali, entrambi di alta professionalità e dalle indubbie qualità artistiche. Film recenti come “Quasi amici” o “The artist” ne sono esempi, non serve ricordarlo, ciò che invece ci preme è capire come noi ci siamo ridotti al medioevo artistico più buio di tutti i tempo: di pari passo con la crisi economica.
Ma le ragioni sono più ampie, legate alla poca credibilità insita nel nostro DNA made in 21° secolo, ovvero come non investire nel vivaio di giovani talenti e puntare tutto e subito nel poco di buono che abbiamo, mai sorpassato tra commedia popolare e dramma sociale. Ma altri generi no? Invece si, ce ne sono, ma la grande Industria italica non ne da sufficiente spazio, i media poca notizia e tali prodotti finiscono per deperire nei cassetti polverosi degli addetti ai lavori. Le scuole non motivano e i seminari puntano sempre al vecchio e stantio, senza impegnarsi nell’innovazione.
Allora che stiamo aspettando? Cosa fate ancora lì inermi di fronte al vostro pc? Scriviamo, urliamo, proponiamoci, diamo insomma voce ai giovani talenti del cinema italiano e riprendiamoci orgoglio e valore che i nostri film meritano in Europa e nel mondo. Ecco un buon fioretto di Pasqua! Cominciamo quindi dalla base, cambiamo mentalità per diventare più grandi, utilizziamo questo post…come start-up per dare seguito alla protesta e avvicinarci ai nostri dirimpettai d’oltralpe in maniera costruttiva.