Trame film, sinossi, uscite in sala: cosa vedere nel weekend

LE INFO NECESSARIE PER SCEGLIERE CON CURA UNA PELLICOLA AL CINEMA

Molte, troppe persone scelgono di vedere un film ancora in base alla locandina, che spesso li tradisce. Considerando poi che se ne leggono di ogni forma e gradiente in rete, ma il consiglio spassionato che proviene da un sito di appassionati ancora non esiste, interviene la nostra redazione.

Nella selva di uscite, proviamo quindi a darvi qualche suggerimento, non più solo consigli, ma un vero e proprio almanacco con le trame e le sinossi dei film in uscita settimana dopo settimana.

Questo weekend in sala:

 

50/50 – Per curiosi sensibili

Adam Schwartz è un 25enne che conduce una vita tranquilla e felice; ha una bella fidanzata, Rachel, e lavora in un museo con il suoi migliore amico Kyle. Come un fulmine a ciel sereno, ad Adam viene diagnosticato un raro tipo di tumore: considerata la sua età e il suo stile di vita, il ragazzo fatica ad accettare la verità ma alla fine cede ai fatti e si rassegna a sottoporsi a chemioterapia. Quello che colpisce è che sono tutti titoli in cui il tema viene rappresentato con particolare delicatezza e a tratti perfino con poesia. In questo caso è un valore aggiuntivo la conoscenza in materia dello sceneggiatore Will Reiser –supportato dal regista Jonathan Levine- che parla di quando fu colpito a un cancro alla colonna vertebrale all’età di 25 anni e di come personaggi come lo stesso Rogen o l’amico Evan Goldberg (co-sceneggiatore di “Superbad”) l’abbiano aiutato a sostenere la sfida.

CESARE DEVE MORIRE – Per curiosi impegnati

L’esperimento che i due maestri hanno tentato (pare con grande successo) è quello di un laboratorio teatrale con i detenuti del braccio di massima sicurezza del carcere di Rebibbia che metteranno in scena l’omicidio dell’imperatore romano Giulio Cesare. Oltre alla tematica, è interessante anche la scelta estetica orientata verso l’uso congiunto di bianco e nero (per le scene che mostrano le prove dello spettacolo) e colore (per la rappresentazione vera e propria). L’opera apre anche la finestra della riflessione sulla condizione delle carceri odierne, soprattutto in queste ultime settimane in cui il nuovo governo ha varato il controverso decreto “svuota carceri”. «Il carcere di Rebibbia è diverso dalle carceri che si vedono nei film americani» spiega Vittorio Taviani; al suo interno ci sono uomini che hanno ancora voglia di vivere e di fare qualcosa e una cosa bella come l’arte non può che stimolarli e renderli migliori.

 

GLI SFIORATI – Per curiosi pseudo-intellettuali

La diciassettenne Belinda è appena arrivata a Roma per rimanervi due settimane: giusto il tempo di assistere al matrimonio dei genitori. Il padre e la madre per anni hanno infatti vissuto di nascosto la loro passione, essendo l’uomo già sposato con un’altra donna, che è da poco deceduta e da cui ha avuto un figlio, Méte. Il film non convince, appare incompleto. Rimane volutamente su un livello epidermico di indagine, non va a scavare nella profondità torbida dell’animo. Anche nel caso di uno dei personaggi, Méte, che viene costretto a confrontarsi con l’ossessione di desiderare la sorella, il turbamento è quasi timido. Non è dunque portatore di una potenza interna che nasce, vive e si esaurisce sullo schermo, costringendo a trattenere il fiato e a non cambiare posizione sulla poltrona.

 

POSTI IN PIEDI IN PARADISO – Per curiosi verdoniani

Ulisse, un ex discografico di successo, vive nel retro del suo negozio di vinili e arrotonda le scarse entrate vendendo “memorabilia” su e-bay. Ha una figlia, Agnese, che vive a Parigi con la madre Claire, un’ex cantante. Fulvio, ex critico cinematografico, scrive di gossip e vive presso un convitto di religiose. Anche lui ha una bambina, di tre anni, che non vede quasi mai a causa del pessimo rapporto con l’ex moglie Lorenza. Domenico, in passato ricco imprenditore, è oggi un agente immobiliare che dorme sulla barca di un amico e, per mantenere ben due famiglie, fa il gigolo con le signore di una certa età. Ha un rapporto conflittuale con i due figli più grandi ed è perennemente in ritardo con gli alimenti da versare alla sua ex moglie e all’ex amante Marisa, da cui ha avuto un’altra figlia. Dopo un incontro casuale, durante la ricerca di una casa in affitto, Domenico realizza di avere incontrato due poveracci come lui e propone ad Ulisse e Fulvio di andare a vivere insieme per dividere le spese di un appartamento. Inizia così la loro convivenza e la loro amicizia.

 

SAFE HOUSE – Per curiosi action

In Safe House Denzel Washington interpreta Tobin Frost un brillante ex agente della CIA che a un certo punto ha cambiato rotta tradendo l’Agenzia e vendendo codici militari top secret ai nemici dgli Stati Uniti. Dopo molti anni in cui si erano perse le sue tracce, Frost riappare in Sudafrica dove viene preso in custodia dalla CIA per essere interrogato. Quando la Safe House, una casa segreta adoperata dalla C.I.A. per nascondere i testimoni, viene attaccata da violenti mercenari, una recluta (Ryan Reynolds) è costretta ad aiutarlo a scappare. Mentre l’esperto manipolatore gioca con il suo riluttante protégé, l’etica e l’idealismo del giovane agente segreto vengono messi a dura prova. A questo punto i due devono restare vivi abbastanza a lungo per scoprire chi li vuole morti.

 

THE WOMAN IN BLACK – Per NON curiosi

nelle sale italiane a partire dal 2 marzo, racconta la storia di un giovane avvocato vedovo e padre di un bambino (può essere mai credibile Harry Potter come vedovo?) che deve cercare di vendere una villa, di un misterioso paesino in cui tutti i bambini, senza un apparente motivo, hanno manie suicide. Ed in effetti la cosa più bella del film è proprio il prologo, quando tre dolci fanciullone inglesi alle prese con le loro bamboline, vestite ed elegantemente pettinate come la moda inglese di inizio Ottocento richiedeva, tenendosi per mano, saltano dalla finestra, con la musica interrotta da le urla disperate della madre. Dopodichè è meglio lasciare la sala o altrimenti si rischia di passare il resto a guardare l’orologio a chiedersi: “Ma quando finisce?”

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