“DA SODOMA AD HOLLYWOOD”, PASSANDO PER TORINO: STASERA AL CINEMA UCI DEL LINGOTTO SI INAUGURA IL FESTIVAL CON OSPITE ARISA
Pronti… partenza… via! La 27esima edizione del Torino Glbt Film Festival è ormai prossima a cominciare. Da stasera infatti presso la sala 6 del cinema UCI del Lingotto si terrà l’inaugurazione della kermesse italiana dedicata interamente al cinema queer. La madrina di questa edizione ed anche presentatrice della serata, quindi colei che avrà il compito di sparare in aria il colpo di pistola che darà il via ai sei giorni di corsa sarà la giovane ed emergente attrice italiana Chiara Francini, che riveste anche il ruolo di giurata per la categoria Lungometraggi in concorso.
L’ospite della serata invece sarà la cantante Arisa, che si esibirà alle 21:00 insieme al pianista Giuseppe Barbera, in attesa del film di apertura del Torino Glbt Film Festival, ovvero “Alle tijd (Time to Spare)” di Job Gosschalk, che sarà proiettato alle 22:00. Il film scelto per inaugurare la manifestazione che terminerà il 25 aprile con la consegna dei premi racconta la storia del quarantenne Maarten, che ha sempre vissuto con la sorella che però adesso ha deciso di andare a convivere con il proprio fidanzato. Marteen quindi deve trovare il modo di colmare il vuoto lasciato da questa separazione. Il bell’Arthur, a cui fa la corte, sarebbe la soluzione ideale, ma il giovane non sa decidersi. Anche la vita di coppia di Molly non è del tutto risolta, tra tradimenti e una gravidanza inattesa. Ma dietro l’angolo una prova ancora più difficile li attende. Un’agrodolce commedia degli errori, spiritosa e sagace con un finale a sorpresa. Il film sarà presentato fuori concorso.
Per quanto riguarda la gara vera e propria, alla vittoria finale concorrono: “A novela das 8 (Prime Time Soap)” di Odilon Rocha; “August” di Eldar Rapaport; “Keep the Lights On” di Ira Sachs; “Melting Away” di Doron Eran; “Mosquita y Mari” di Aurora Guerriero; “Parada” di Srđjan Dragojević; “The Perfect Family” di Anne Renton; “Skoonheid (Beauty)” di Oliver Hermanus; “Verde Verde” di Enrique Pineda Barnet; “Wu Yan” di Simon Chung.
Una piccola nota amara e critica nei confronti del nostro paese: possibile che in Italia siano così pochi i film a tematica omosessuale tanto che il nostro paese risulti essere presente ad un Festival tra le mura amiche con così poche pellicole.