ANCORA RIPRESE SPUNTATE DAL NULLA… QUESTA VOLTA NEL MONDO DEI SUPEREROI
Ormai anche i blockbuster hanno scelto di farci riflettere su un argomento che in un modo o nell’altro tocca tutti e continua ancora adesso a essere attualissimo: l’onnipresenza nella nostra società dei media, in grado di riprendere noi e il mondo in cui viviamo in ogni momento della nostra vita. Era evidente in “Cloverfield” dove anche di fronte alla minaccia di un mostro alto parecchie decine di metri il nostro ‘eroe’ non riusciva ad abbandonare la telecamera, mosso dall’intenzione di riprendere tutto il disastro per le generazioni successive o chiunque altro, perché ‘qualcuno dovrà sapere cos’è realmente successo’.
Ora il regista esordiente Josh Trank con l’aiuto dello sceneggiatore Max Landis (figlio di un tale John) decide di partire da questo genere che ha portato tanta fortuna di recente al genere horror –il ‘found footage’- per parlarci di alcuni ragazzi che in seguito a un bizzarro incidente acquisiscono dei superpoteri che poco a poco non riescono più a controllare. A livello visivo siamo di fronte a uno dei blockbuster più originali degli ultimi anni: trattasi non tanto di un film di supereroi alla “Capitan America”, ma più un dramma sulla crescita e sulle prese di responsabilità che non sembra tanto distante dagli universi di “Kick-ass” o “Spiderman”.
Riusciamo a immergerci totalmente nella storia grazie anche alla scelta di ‘vedere’ attraverso le telecamere e i cellulari di altri personaggi o tramite i circuiti di sicurezza di alcuni negozi o ancora tramite le riprese dall’elicottero della polizia: a livello estetico siamo più dalle parti di “Redacted” di Brian de Palma, che dei vari “Paranormal Activity”. E, dulcis in fundo, quando il protagonista sviluppa il potere della telecinesi allora è col pensiero che riesce a far muovere la telecamera permettendogli di fare dei movimenti di camera e delle panoramiche dall’alto degne di uno che di cinema se ne intende.
Peccato che lo svolgimento sia così veloce che non vediamo neanche l’ombra di un approfondimento psicologico. In fondo l’uso del ‘voice-over’ nel già citato “Kick-ass” ci faceva empatizzare da subito con lo sfortunato protagonista. Qui risulta un po’ più difficile. In fin dei conti “Chronicles” risulta a livello visivo una boccata d’aria fresca nel genere dei film sui supereroi. E anche se pecca un po’ nell’assenza di un effettivo spessore dei personaggi regala uno dei migliori duelli visti sul grande schermo di recente: un finale che lascerà a bocca aperta in molti.
Pur con i suoi difetti non è difficile pensare che l’opera prima di Trank alla sua uscita in Italia (prevista per maggio) troverà uno stuolo di fan accaniti che nel giro di poco tempo lo acclameranno come un piccolo cult.