Hunger games: analisi di un fenomeno

UN ROMANZO SPETTACOLARE TRASFORMATO IN UN FILM MANGIA INCASSI

Nata da una serata di zapping dove il confine tra il reality show e la diretta dalla cruda realtà della guerra è sembrato labile, ispirata dal mito di Teseo dove per difendere Sparta giovani guerrieri erano costretti ad andare a Creta per affrontare il terribile Minotauro e accarezzata dal ricordo della paura di perdere una persona amata che l’autrice ha provato durante l’assenza del padre soldato in Vietnam, la trilogia di “Hunger Games” è certamente il nuovo fenomeno editoriale fantasy dell’anno.

Suzanne Collins è stata osannata dalla critica di tutto il mondo per i suoi libri tradotti in 26 paesi. E mentre il genio dell’horror Stephen King ammetteva che “The Hunger Games”, il primo dei volumi che da il nome alla trilogia, “è un romanzo che da assuefazione” Hollywood e per la precisione la Color Force ha deciso di comprare i diritti di ognuno dei volumi per produrre quello che ha tutte le carte, la fantasia e i numeri per poter essere un nuovo fenomeno biblio-cinematografico.

Ambientato in un epoca futura che non ha una precisa identificazione temporale, in una nazione che prende il nome Panem (parte di quello che secondo il romanzo fu il Nord America) formata da Capitol, la ricca capitale, e 12 poveri distretti a lei circostanti la storia vuole che per espiare la colpa un vecchio tentativo di ribellione ogni anno i 12 distretti debbano mandare dei ragazzi compresi tra i 12 e i 18 anni a partecipare all’Hunger Games, un gioco televisivo nel quale i giovani sono costretti a combattere tra loro fino a quando solo uno sopravviverà. Ed è proprio nella 74esima edizione di questo crudele gioco amatissimo dal pubblico di Capitol che Katniss Everdinn si offre volontaria per proteggere la sorella e Peeta Mellark, appartenente al suo stesso distretto il 12mo, si ritrovano l’uno contro l’altra. Essendo Hunger Games un gioco televisivo ovviamente il favore del pubblico per uno dei concorrenti fa in modo che questo abbia più possibilità di vincere così la dichiarazione d’amore di Peeta per Katniss e le abilità di quest’ultima portano entrambi i ragazzi ad arrivare sino alla fine ma i sentimenti dei due, diventati sempre più forti, mettono in moto un ricatto che cambia le regole del gioco e li rende entrambi vincitori anche se bersagli politici, mettendo in discussione la veridicità del loro amore.

La metaforica ma durissima critica nei confronti di un certo tipo di televisione  che mette gli uni contro gli altri diversi giovani talenti senza esclusione di colpi affinchè uno ne esca vincitore (quasi sopravvissuto) e nei confronti della strumentalizzazione dei sentimenti in contesti mediatici è palese e straordinaria.

Il film tratto da questo primo romanzo della trilogia della Collins, la quale ha partecipato alla stesura della sceneggiatura, “Hunger Games” è costato 78 milioni di dollari è uscito negli Stati Uniti lo scorso 23 Marzo incassando 155 milioni di dollari solo in un week end ed è entrato  nella storia come miglior esordio non sequel. Distribuita anche in tutto il resto del globo la pellicola uscirà in Italia il prossimo 1 Maggio.

Essendo la trama incentrata su un programma televisivo la trasposizione cinematografica di “The Hunger Games” è nelle ambientazioni e nello sviluppo della storia parallela al libro e avvincente quanto lo stesso. La crudezza delle lotte è resa straordinariamente, solo qualche perplessità resta per quanto riguarda la resa della storia tra i due protagonisti e delle emozioni che nel libro sono rese in maniera più avvolgente mentre nel film quasi buttate via.

Pur non essendo nuovo, dal punto di vista cinematografico, l’argomento trattato che infatti ricorda film come “The running man”, “Battle Royale” e “Rollerball” il mix buoni sentimenti, che non sanno risultare né stucchevoli né banali, azioni crudeli motivate dal sacrosanto diritto alla sopravvivenza imposto dall’alto, l’assenza di un finale aspettato rendono questo film, come il libro, un capolavoro.

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