IL REGISTA SFIDA GLI OCEANI PER GIRARE LO SCENARIO DI PANDORA
Se sfidare la propria fantasia rende orgogliosi, James Cameron si sta avvicinando a grandi falcate verso l’immaginario di Jules Verne. Il regista di “Titanic” e “Avatar” non solo è entrato nella storia raggiungendo il fondo degli oceani, gli 11 km della Fossa delle Marianne, ma lo ha anche documentato in solitaria, utilizzando un nuovo sistema di macchina fotografica capace di girare filmati in formato 1080 pixels.
Il tutto nelle profondità del mare per visitare possibili scenari per il mondo subacqueo di Pandora, è stato uno sforzo economicamente imponente per il team guidato dal Cameron-Pace Group, la società da lui fondata (a suon di bigliettoni) e dal suo co-presidente Vince Pace, che ha utilizzato così telecamere 3D per questo speciale documentario applicato alla ricerca scientifica marina.
Se vi siete chiesti come, ecco cos’ha detto il cineasta americano: “Abbiamo creato una piccola telecamera che si inserisce in un alloggiamento molto piccolo, per permettergli di scendere fino a quella profondità”, ha detto Cameron, “aveva la grandezza di due piccoli tubicini interoculari che venivano calati parallelamente per la panoramica tridimensionale”. Capito di cosa stiamo parlando?
Alla fine dell’operazione sono state coinvolte sei telecamere HD in un sistema integrato con hard disk interno fino a nove ore di capacità di registrazione, il che prevedrà una lunga gestazione di pre-produzione. Questa nuova tecnologia potrà, appena testata, essere applicata all’Industria del cinema, che vorrà mettere in piedi progetti ad alto budget, alzando, anzi abbassando a livelli “inumani” l’asticella della competizione tecnologica. Lunga vita al cinema, in fondo l’eterna esplorazione non è ciò che Verne intendeva insegnarci?