Laura morante: davanti e dietro la macchina da presa

L’ATTRICE / AUTRICE RACCONTA LA LUNGA LAVORAZIONE DELLA SUA OPERA PRIMA, IL FILM “CILIEGINE”

Laura Morante è un’attrice affermata e amata sia in Italia che all’estero. La sua carriera è iniziata in teatro nel 1978 con Carmelo Bene; l’anno dopo fa le sue prime apparizioni in televisione e al cinema rispettivamente con “Ivanov” e “Oggetti smarriti”. Dopo trent’anni di lavoro davanti la macchina da presa, Laura Morante cambia ruolo, o meglio, ne assume uno nuovo: “Ciliegine” è il suo primo film da regista (oltre che da sceneggiatrice e co-produttrice), piacevolissima commedia che ha però richiesto un lungo tempo di realizzazione.

F4L: “Ciliegine” è una commedia romantica e divertente, come le è venuta l’idea? Qual è il ruolo del frutto?

LM: Il film è nato da un incipit molto semplice: per una ciliegina, una donna rompe un rapporto. Capita spesso in una storia d’amore che uno dei due partner se la prenda per un comportamento dell’altro, magari superficiale. La prima scena del film racconta proprio questo episodio, lui mangia la ciliegina sulla torta dell’anniversario e lei si infuria. A me e Daniele Costantino, con cui ho scritto il film, piaceva questo inizio così semplice e così “realistico”.

F4L: Sappiamo che ci sono voluti anni per realizzare il film anche se si tratta di una commedia, che notoriamente non ha bisogno di lunghi tempi di produzione. Ci racconta come mai?

LM: Il film è stato preparato per ben tre volte e dalla scrittura del trattamento al montaggio dell’ultima scena ci sono voluti sette anni. Un tempo impensabile per una commedia. Le vicissitudini in fase di pre-produzione sono state davvero tante; in origine, il trattamento fu scritto in italiano con il pensiero che dovesse essere girato tutto in Italia. Non trovammo però nessun distributore e il progetto sembrò arenarsi, poi un produttore francese con cui stavo girando un film lesse il trattamento e volle finanziare la sceneggiatura a patto, però, che diventasse un film francese.

F4L: Inizialmente, il suo ruolo sarebbe stato “solamente” quello di attrice. Come è arrivata alla regia e alla co-produzione?

LM: Alla regia sono arrivata più che altro per caso. Il regista doveva essere francese ma nessuno di quelli contattati dal produttore era disponibile e così lui stesso ebbe l’idea di farlo girare a me. Io accettai quasi per gioco e perché amavo davvero la storia di Amanda. Il ruolo di co-produttrice è invece arrivato per necessità: il film era ormai italo-francese ed era necessario trovare una co-produzione minoritaria italiana. Per ovviare a questo problema io e mio marito abbiamo ideato dal nulla la piccola casa di produzione Nuts and Bolts (“Viti e Bulloni”) Production. Spero di non ripetere mai più l’esperienza di co-produttrice!

F4L: Cosa l’ha portata a scegliere Pascal Elbé come attore protagonista?

LM: Ho conosciuto Pascal ad un casting una decina d’anni fa ma non ci siamo intesi subito. Quando la sceneggiatura ha cominciato a prendere forma insieme al personaggio di Antoine, ho pensato a lui e l’ho contattato. Si è subito innamorato del personaggio e del film ed eccoci qui.

F4L: Ed infine una domanda per Pascal Elbé. Lei ha dichiarato di amare il cinema italiano: quali attori e quali registi preferisce? Le piace la regista Laura Morante?

PE: Mi sento molto legato al cinema italiano del dopoguerra, soprattutto al Neorealismo e alla Commedia all’Italiana. Ammiro attori magici come Sordi, Manfredi e Gassman, provo ad avvicinarmi a loro quando interpreto un ruolo. Quando invece faccio film da regista penso sempre a maestri come De Sica, Scola e Ferreri dopo di loro. L’Italia ha davvero una grande tradizione cinematografica e io non posso che essere felice di aver partecipato ad un film anche molto italiano. Laura Morante è una brava regista: è raro trovare un professionista che conosca così bene gli attori, che sappia capirli e che sappia prenderli. Lei ha questo tipo di sensibilità perché è prima di tutti un’attrice. Sono convinto che dovrebbe continuare anche a dirigere.  

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