NON INCASSA BENE GIORDANA. LA COLPA È DEL FILM, DEGLI ITALIANI, DEL SOLE O DELLE CATTIVE ABITUDINI?
“Il cinema italiano è morto”… “la gente si è stufata di vedere i cinepanettoni!”… “ma è possibile che il cinema impegnato di una volta in Italia non si faccia?”… “ Ormai la nostra nazione non è più in grado di essere competitiva all’estero”. Quante volte abbiamo ascoltato queste frasi e molte altre? Così tante che sarebbe inutile citare fonti o giornali o persone, perché ormai fanno parte della nostra quotidianità, e a dirlo potrebbe essere stato sia il giornalista critico intellettuale in televisione, sia la signora al mercato rionale sotto casa. Qual è il motivo che spinge a iniziare questo discorso? Il flop del weekend del nuovo film di Marco Tullio Giordana “Romanzo di una strage”.
Nell’ultimo anno non si è fatto che parlare dei risultati dei botteghini che vedevano sempre vincitrici le commedie, e una delle spiegazioni date dai così detti “esperti” era oltre alla banale; “agli italiani con questa crisi va di ridere e non di pensare ad argomenti troppo seri”, anche: “non ci sono valide alternative”.
A questo punto viene da chiedersi in che Italia vivono, anzi viviamo?!?
Le possibilità al cinepanettone ci sono, abbiamo un numero di giovani, ma anche non più giovani, che vorrebbero fare un cinema diverso ma spesso trovano dei muri, e se gli italiani non pagano un biglietto salato per vedere un film interessante e finalmente stimolante per le nostre meningi, con chi dobbiamo prendercela? Con il pubblico o con gli esercenti e i produttori? Probabilmente con questi ultimi perché quello che ci appare è il risultato di una cattiva educazione data agli italiani, e a una distribuzione elitaria che danneggia i piccoli centri come i grandi.
Non vogliamo più stupirci se quel bel lavoro ha avuto successo grazie al passaparola, e non vogliamo più ascoltare persone che si chiedono quando è uscito quel determinato film che ormai non è più in sala perché neanche se ne erano accorte che fosse stato distribuito, sempre per lo stesso motivo legato ai costi troppo elevati della pubblicità, e quindi per certi film neanche vale la pena farla.
Nel caso di “Romanzo di una strage” poi la riflessione da fare è più profonda, perché aveva tutte le carte in regola per avere successo, un regista conosciuto, un cast di attori oltre che noti considerati anche piacenti, e una storia tutta italiana che promette di fare chiarezza dove questa fino ad oggi non c’è stata.
E nei giorni precedenti non sono mancate neanche le solite polemiche che tanto attirano il pubblico; tra parenti, nemici, politici, storici e giornalisti, ognuno ha detto la sua..e quindi? Cosa non ha funzionato? L’uscita nel primo weekend di sole? Le troppe alternative? O il tema in sé?
Difficile da dire perché Romanzo di una strage è un buon film che merita di essere visto perché, al di là del soggettivo piacere o meno che si può avere per lo stile della narrazione, il film di Giordana spinge lo spettatore a porsi delle domande e a riflettere sulla nostra nazione e sulla sua storia. Non vogliamo credere che abbiano ragione coloro che pensano che gli italiani vogliono solo le commedie, e che si siano dimenticati del buon cinema politico e impegnato che siamo in grado di fare. Anche se i numeri ci dicono altro.