Sebastian borensztein: intervista esclusiva

IL REGISTA DI UN “CUENTO CHINO” SI RACCONTA ALLA NOSTRA REDAZIONE

Trionfatore nell’edizione 2011 del Festival del Cinema di Roma, dove si aggiudicò sia il Marco Aurelio D’oro quale miglior film che il premio del pubblico, è arrivato nelle sale italiane l’ultimo film del regista Sebastiàn Borensztein, “Un cuento chino”: “Cosa piove dal cielo”nella traduzione in italiano.

Roberto, introverso proprietario di un negozio di ferramenta, vive da vent’anni quasi senza contatti col mondo dopo un dramma che l’ha profondamente segnato. Per caso conosce Jun, un cinese appena arrivato in Argentina senza conoscere una parola di spagnolo, in cerca dell’unico parente ancora vivo, uno zio. Incapace di abbandonarlo, Roberto lo accoglie in casa: attraverso la loro singolare convivenza, troverà la strada per risolvere la sua grande solitudine, non senza aver svelato all’impassibile, eppure tenerissimo Jun, che le strade del destino hanno tali e tanti incroci in grado di svelare anche la surreale sequenza d’apertura: la mucca pezzata che piomba dal cielo.

In occasione del debutto italiano la redazione è riuscita a contattare il regista e a porgli qualche domanda sul suo lavoro. Ecco l’intervista in esclusiva…

– Come è nata l’idea per il film?

Sebastian: Ho letto la notizia delle mucche che cadevano su un giornale (alcune mucche erano state intrappolate in un tornado in Argentina ed erano state trasportate nell’aria in alcuni campi vicini) e subito mi sono detto che quella sarebbe stata la scena di apertura del mio prossimo film. Dopo questa idea mi sono concentrato su un racconto, una storia, che potesse giustificare quella sequenza di apertura.

– E’ cambiato qualcosa nella sua vita dopo essere stato acclamato al festival di Roma?

S: Beh, i riconoscimenti non cambiano la mia vita, ma mi sono sentito molto apprezzato e onorato nel ricevere due premi Marco Aurelio. Mi ritengo molto orgoglioso perché il pubblico italiano è competente e magnifico, ed il Festival è stato fantastico.

– Ha lavorato anni in tv e poi negli ultimi tempi si è dedicato al cinema: come mai questa scelta?

S: Perché volevo raccontare delle storie con un approccio diverso, più profondo e attento così come è tipico del cinema, potendo lavorare con tempi più lunghi e maggiore attenzione ai dettagli.

– Come lavora sul set con gli attori?

S: Li lascio improvvisare e allo stesso tempo sono focalizzato sul loro approccio recitativo così da poter cogliere le migliori sfumature della loro recitazione.

– Ci sono differenze sui set di tv e cinema?

S: Certamente, lavorando nel cinema si ha la percezione, o per meglio dire la sensazione, di contribuire al lavoro di un’opera d’arte unica.

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