GUERRA APERTA TRA ROMA E TORINO PER LE DATE DEI DUE FESTIVAL
In questi giorni abbiamo letto e ascoltato quella che ormai da anni è la discussione del cinema italiano per antonomasia; “la questione Festival di Roma”. Fino a qualche tempo fa le diatribe erano infinite tra la Capitale e Venezia, mentre ora sembra che la discussione si sia spostata a Torino, e il sindaco Alemanno, che a parole sembra essere diventato il paladino del festival romano, non riesce a trovare una soluzione e a far accettare una kermesse che fin dal suo esordio ha avuto difficile vita.
Già il cambio di direttore aveva creato qualche imbarazzo, andato via Gianluigi Rondi in molti si aspettavano la nomina di Piera De Tassis, direttrice della rivista Ciack e da sempre organizzatrice dell’evento, ma ha dovuto vedersi soffiare il posto da quello che ormai era il simbolo del Lido, Marco Müller, che ora si ritrova tra mille difficoltà e senza contratto, a cercare di far avere una personalità al festival capitolino.
La questioni principali in questo momento sono due, ed entrambe di difficile risoluzione, tanto che lo stesso Müller sabato dal red carpet dei David di Donatello ha confessato che non si arriverà in tempi brevi a una soluzione, prima del Festival di Cannes, probabilmente sarà un anno perso. I problemi riguardano il contratto del direttore e l’approvazione del progetto di Müller, che ha visto il rifiuto da parte del cda per le cifre ritenute troppo onerose, un milione e 454 mila euro in più rispetto allo scorso anno, e oggi saranno i soci fondatori a decidere se la cifra potrà ottenere l’approvazione.
Nel caso in cui venisse risolta la questione economica, rimarrebbe il problema date, e qui la polemica con Torino è più accesa che mai, tanto che il sindaco torinese Fassino ha inviato una lettera ad Alemanno, Zingaretti e la Polverini per cercare di trovare una soluzione e non spostare il Festival di Roma a ridosso di quello di Torino, perché a essere danneggiati sarebbero entrambi. Fassino nella sua lettera ha sottolineato la troppa vicinanza tra i due eventi, e ha aggiunto «Rispettate le intese e lavorate nell’interesse del cinema italiano». Ad andare più pesante con le parole il governatore leghista Cota, che ha apostrofato la decisione di posticipare al periodo 9-17 Novembre il Festival di Roma come “completamente insensata”.
Le risposte dalla capitale non sono tardate ad arrivare, e se Zingaretti cerca di buttare acqua sul fuoco ammettendo le ragioni di Torino, e risponde che Roma riuscirà a trovare una soluzione al problema per non mettere “il cinema contro il cinema”, meno accomodante è risultata la risposta del sindaco Alemanno che ha confermato la volontà di posticipare il festival e ha aggiunto: «Abbiamo anticipato la chiusura di due giorni proprio per rispettare le date piemontesi. Inoltre, la differente natura del Festival di Roma non può portare a una competizione con la manifestazione torinese. Sarà comunque nostra premura confrontarci con tutti gli interlocutori».
La questione quindi rimane aperta ed è difficile fare pronostici, quello che da amanti del cinema e addetti ai lavori non riusciamo a comprendere è perché eventi che dovrebbero essere una vetrina sia per le città che per il cinema diventino nella nostra nazione un motivo di liti e mere questioni economiche che vanno solo a discapito del cinema stesso e della nostra visibilità all’estero.
Le modifiche che Müller vorrebbe portare al Festival di Roma sono importanti, e porterebbero una boccata di ossigeno a un evento martoriato da polemiche e sempre denigrato, ma ci si chiede se c’è la volontà di renderlo un appuntamento importante o farlo rimanere esclusivamente un argomento di conversazione e polemica.