Madrid, 1987: recensione cinema spagna

UN CONFRONTO TRA DUE GENERAZIONI ALL’INTERNO DI UNO SPAZIO QUASI CLAUSTROFOBICO

È difficile classificare un’opera così atipica come l’ultimo film di David Trueba, autore sconosciuto in Italia, ma che vive di un piccolo culto in patria come uno dei registi giovani più apprezzati. Trattasi di un film di impianto teatrale con una scelta scenografica tra le più originali –e se vogliamo scomode- degli ultimi tempi.

Una studentessa va’ a casa di un importante giornalista e scrittore per continuare quell’intervista che sta durando ormai da parecchie settimane. Quest’ultimo che ha parecchi anni più di lei, tanto da poter essere quasi suo nonno, vuole cercare di sedurla e all’inizio sembra quasi riuscirci. Poi in modo bizzarro i due si ritrovano nudi e incastrati nel bagno senza possibilità di uscire, visto che nel palazzo sembra non esserci nessuno e il collega del padrone di casa non arriverà prima dei prossimi due giorni. Dopo l’iniziale disagio, inizia un confronto che porterà i due personaggi a mettersi in gioco e a guardarsi in modo differente.

Va’ detto fin da subito che senza una sceneggiatura potente e due attori di livello il film potrebbe fin da subito fallire nell’intento di intrattenere lo spettatore, visto la scelta di un ambiente così delimitante. Eppure “Madrid, 1987” riesce a non cadere in questa trappola, principalmente perché l’opposizione tra il logorroico e sarcastico protagonista interpretato da José Sacristàn e l’affascinante quanto enigmatica Maria Valverde (già “Melissa P”, si vede che la ragazza ha fatto un gran salto in avanti) funziona. E la sceneggiatura tra battute dal gusto alleniano e riferimenti colti all’immaginario letterario del protagonista –Faulkner, Philip Roth, Fitzgerald- quanto al cinema classico – Jean Gabin e “Grisbi”- è una meraviglia per le orecchie: non è un caso che gli statunitensi ne abbiano preso i diritti per un adattamento teatrale.

Ovviamente la pellicola funziona anche come osservazione storica sul passato della Spagna filtrata attraverso due punti di vista differenti e talvolta convergenti. Insomma, pur con i suoi cali di ritmo, “Madrid, 1987” è un piccolo miracolo di film: è raro infatti assistere a una pellicola divertente, comica, con piccoli inserimenti piccanti che possa fare anche da lente d’ingrandimento su una generazione. Si spera che talenti come Trueba possano avere anche una visibilità nel nostro paese prossimamente.

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