Quando i festival sono vetrine del cinema

LARGO AGLI ANZIANI, MENTRE NEL CINEMA IL CAMBIO GENERAZIONALE STENTA AD ARRIVARE

Ieri è iniziato il Festival di Cannes e già arrivano i primi commenti e riflessioni, sia sulla kermesse, ma anche sullo stato del cinema. Nanni Moretti, presidente della giuria, ha dichiarato in un’intervista che sarà un giudice democratico, aggiungendo un laconico “purtroppo”. Il regista ha poi precisato di avere grandi aspettative dalle pellicole in concorso, di voler essere stupito e soprattutto di sperare di vedere film “capaci di riflettere sulla realtà e sul cinema”.

E di cinema ha parlato Fulvia Caprara in un’interessante articolo uscito sul quotidiano La Stampa, dove la giornalista inviata alla kermesse ha notato come il cinema della crisi economica si stia adagiando sui “maestri”, quindi cineasti già affermati, ma anche di una certa età.

È interessante come la Caprara abbia descritto i registi cha hanno presentato i film alla rassegna com l’appellativo “nutrite pattuglie di settantenni”, riflettendo come gli italiani Garrone e Moretti in confronto sembrano ragazzini, nonostante siano over 40 e 50. L’articolo in questione ci spinge a riflettere sul perché di questo andazzo cinematografico, già dopo la vittoria, meritatissima, a Berlino dei fratelli Taviani: il quesito è diventato ora una certezza.

È il mondo cinematografico che non fa largo ai giovani o sono loro che non hanno idee abbastanza originali che riescano a mandare in pensione i più anziani? Come è possibile che le vecchie generazioni siano in grado di adattarsi ai tempi più velocemente, senza perdere di vista gli insegnamenti del passato e mantenendo uno stile impeccabile?

Dove sono questi giovani?? Noi li stiamo cercando e ne diamo prodozione con il nostro gala Film4Meeting.

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